Lodi, il parco del Belgiardino è lasciato a se stesso

Falò, rifiuti e vandalismi, il bar chiuso da ottobre. «Ma presto rinascerà»

Nel parco del Belgiardino non c’è anima viva. Siamo ancora lontani dall’inizio della stagione estiva, ma già si intravedono alcune possibili criticità dell’impianto, che dovrà essere tirato a lucido per accogliere i primi bagnanti. L’intera area si presenta oggi spoglia e a tratti inospitale. Subito dopo l’entrata, sulla destra si possono notare cataste di sedie dismesse, ammassate l’una sull’altra, in attesa probabilmente di essere portate in discarica. Qui giacciono anche tre carrelli della spesa, finiti chissà come in mezzo al verde, visto che il supermercato più vicino dista chilometri.
Costeggiando le rive dell’Adda, che scorre placida e silenziosa in un assai poco piovoso inverno, si arriva nei pressi del bar del Belgiardino. I tavolini sono ancora sistemati sotto la tettoia esterna ma dentro il locale, sbirciando attraverso le vetrate, si notano gli inequivocabili segni di un’attività sopita da tempo. E infatti, all’esterno, campeggia un cartello giallo con sopra scritto a mano “Chiuso dal primo ottobre 2022”. Proseguendo verso la zona piscine ci si imbatte in quelli che paiono i resti di un falò, forse acceso nottetempo da chi voleva sottrarsi alla morsa del freddo. Proprio a ridosso della vasca per i più piccoli, ora piena di acqua piovana e alghe, si trovano i locali per gli spogliatoi: è questo il posto che sembra avere subito maggiormente gli effetti del tempo, poiché il legno di cui sono composti i compartimenti singoli, con l’umidità e l’acqua, è marcito in più punti, e sta cadendo a pezzi. Da sistemare in vista della riapertura ci sarà poi lo spazio picnic: i tavolini posizionati sono ora invasi dall’erba alta, e qua e là sono sparse alcune latine e bottiglie di vetro.

In merito all’attuale situazione in cui versa il Belgiardino, a dare spiegazioni interviene direttamente Paolo Carminati di Acquatica Sport e Fitness, la società a cui è stata affidata la gestione di questo complesso che sorge sulla riva dell’Adda. «A proposito della situazione di incuria e trascuratezza dell’intero comparto - spiega Carminati - posso solamente dire che a breve mi recherò personalmente sul posto, per constatare dal vivo le eventuali problematiche. La gestione dell’impianto, anche nel periodo in cui non viene sfruttato dall’utenza, è a carico nostro. Ma reputo normale che durante la pausa autunnale ed invernale vi sia qualche defezione: è logico che un impianto a cielo aperto, esposto alle intemperie e a qualsivoglia rovescio meteorologico, possa subire alcuni deterioramenti o piccoli danneggiamenti».

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