LODI Il medico di base fa la richiesta
e a casa arrivano i geriatri dell’Asst

Gli anziani con particolari patologie potranno essere assistiti al loro domicilio

Nell’ambito della medicina territoriale, l’Asst di Lodi ha assunto tre medici geriatri per avviare l’assistenza direttamente a casa delle persone. «Al momento - spiega il direttore generale dell’Asst Salvatore Gioia - abbiamo assunto 3 persone, ma l’obiettivo è averne 5 a disposizione. L’iniziativa è legata all’arrivo di fondi straordinari, quindi abbiamo assunto anche un geriatra in più per ogni casa di comunità. A maggio inviamo anche la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività, ndr) per l’assistenza domiciliare che sarà erogata direttamente dal personale dell’Asst, mentre ora è in carico alle cooperative esterne. Siamo chiamati ad aumentare la presa in carico domiciliare; entro il 2026 dobbiamo arrivare a trattare in assistenza domiciliare il 10 per cento degli over 65. Il geriatra, su richiesta del medico di medicina generale, andrà a casa del paziente. Entro la fine dell’anno arriveranno questi servizi aggiuntivi per i cittadini. I tre geriatri assunti andranno a Sant’Angelo, Codogno e Casale». Il pool di professionisti poi verrà destinato anche nelle altre realtà territoriali.

«Ne assumeremo altri due, arrivando quindi a un totale di cinque - ribadisce il manager - per le altre case di comunità. Abbiamo consegnato ad Aria il progetto per la casa di comunità di Lodi che sorgerà nell’ex maternità, di fianco all’ospedale Maggiore».

L’Asst, infatti, è al lavoro per svuotare gli spazi attuali e iniziare i lavori. «Entro la fine dell’anno - aggiunge il direttore - l’iter sarà ben avviato. Entro la fine dell’anno andrà in aggiudicazione anche la casa di comunità di Zelo. Le case di comunità non sono solo scatole vuote, non è vero che sono presenti sole le attività di prima, ci sono anche quelle, ma c’è di più. Il nuovo Pua, punto unico di accesso in casa di comunità sta funzionando benissimo, per esempio, serve per indirizzare il paziente. Non è vero che non funziona nulla.Il decreto ministeriale 77 è stato fatto da un ministro che è politicamente lontano da Regione Lombardia. Il decreto ministeriale 77 vale per tutta Italia e quindi anche per la Lombardia. Le vecchie attività distrettuali vanno riorganizzate».

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