Lodi, ex asili nel degrado ancora in cerca di un futuro

L’edificio in via Volturno è di proprietà privata, la storica materna Bulloni è invece del Comune

Il loro profilo si staglia in zone diverse della città, uno a San Bernardo, sulla direttrice di viale Piacenza. L’altro in pieno centro, in via Volturno. Diverse anche le proprietà, da un lato il Comune, dall’altro un privato. Comune è la destinazione che gli edifici avevano in passato - quello di asili - e comune è anche la sorta al momento, quella di essere vuoti da anni e senza un futuro prestabilito. È un destino simile quello che accomuna due edifici vuoti da tempo in città, quello dell’ex asilo Bulloni, immobile di proprietà del Comune di Lodi in viale Piacenza, e l’ex asilo di via Volturno in centro città, di proprietà privata e già oggetto di un progetto di trasformazione urbanistica, mai però partito.

In entrambi i casi, oggi, è la vegetazione a prendersi spazi che un tempo erano destinati alle attività e alle funzioni delle strutture. Coperta dal verde, parte della facciata dell’asilo Bulloni, dove anche la scritta che racconta del passato è in parte “mangiata” dalla coperta di rampicanti verdi che si sono presi sempre più spazio. Vegetazione che cresce indisturbata anche nel giardino di pertinenza della struttura e arriva, in alcuni punti, con affaccio sul percorso pedonale in fregio a viale Piacenza, a spuntare dalla recinzione. Il destino dell’immobile è tornato d’attualità, in uno dei botta e risposta politici in campagna elettorale, con l’amministrazione uscente che aveva annunciato la destinazione a luogo per i servizi destinati agli universitari e l’attuale candidato Furegato che aveva invocato «serietà» nel dibattito sul capitolo Università. Futuro dunque tutto da definire, come per altri immobili oggi vuoti in città e da riqualificare. Da anni terra di nessuno lo scorcio tra via Volturno e via Legnano, occupato dall’ex asilo, vittima dell’usura del tempo, ma anche di un rilancio che non accenna a sbloccarsi. Venduto dal Comune ad un privato, che aveva presentato un piano di trasformazione per creare qui, in pieno centro storico, nuove case. Un piano ritirato dalla stessa proprietà nell’agosto 2019. Da allora, gli unici movimenti registrati, sono quelli della vegetazione che cresce indisturbata, degli incivili che abbandonano sacchetti delle deiezioni canine lungo la rampe e che, in passato, hanno anche appeso mascherine alle recinzioni. Polaroid di ordinario degrado a due passi dal Duomo.

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