LODI Degrado al monumento dei caduti,
porta Cremona è una ferita aperta

La struttura è ancora puntellata, intorno cartacce e piante secche

Da quando il Covid è entrato nelle nostre vite, si fa un gran parlare di memoria: la memoria di questa ferita giovane che ognuno di noi porta nei propri ricordi, però, non deve far scolorire quella più antica, patrimonio indispensabile di una Nazione che sappia guardare al futuro. Per questo, forse, la corona di alloro rinsecchita buttata accanto al monumento ai caduti, in piazza Zaninelli, è una nota così stonata. Tolta dalla cancellata, è abbandonata a terra in un angolo, tra un cespuglio utilizzato come latrina, cartacce e piante secche.

Sulle teste dei passanti incombe il monumento ai caduti: è stato puntellato con dei tronchi di legno, mentre alcune transenne di ferro tengono lontane le persone dai miseri resti del fu castello di Federico II, che ora assiste silenzioso alle cerimonie del IV Novembre, dove le corone di alloro vengono deposte dalle istituzioni in pompa magna e a imperitura memoria, e vengono dimenticate pochi mesi dopo.

Poco distante, affissa su porta Cremona, c’è una lapide dedicata a Riccardo Manzi che aggiunge una nota di sdegno al ritratto della zona. “La feroce mitraglia delle truppe naziste in fuga, qui la notte del 26 aprile 1945, abbatteva il patriota, combattente per la libertà”. La scritta ricorda l’italiano, il lodigiano ucciso dai tedeschi invasori all’indomani della liberazione, e campeggia luminosa in perfetto inchiostro nero. Ma avvicinandosi, si nota che nel restauro della lapide non si è pensato di ricalcare anche la seconda parte della scritta (o ne è stato cancellato l’inchiostro successivamente) : “L’Anpi di Lodi, questa lapide ha posto a ricordo”.

Alla vigilia del 25 aprile, questa dimenticanza fa pensare a come la memoria di quel passato sia tutt’altro che condivisa. E pensare che la porta stessa è stata lasciata come simbolo di quando la città era cinta da mura, abbattute proprio perché l’Italia unita le aveva rese inutili. Un simbolo che, non a caso, è ormai diventato poco più di un elemento d’arredo lasciato a se stesso, assalito dall’umidità, dove crescono persino una serie di cespugli a mezz’altezza, radicati su una grata. La situazione dell’antica porta è stata sollevata anche dal consigliere comunale Pd Simone Piacentini, che ha presentato all’amministrazione un’interrogazione urgente a risposta scritta.

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