Lodi, abbattute le ultime case di ringhiera

Case di ringhiera addio. Sono arrivate le ruspe e il complesso storico, testimonianza civile e sociale di un pezzo di città, sta crollando mattone su mattone. In via Cavezzali, da un paio di giorni, sono partiti i lavori di demolizione dello storico edificio. Lo studio Carinelli-Piolini ha presentato un piano di ristrutturazione, ovvero smantellamento e ricostruzione di 12 appartamenti, invece dei 18 originali, che saranno ceduti in affitto.

Edificio senza vincoli

Le case, inserite all’interno del Sirbec (Sistema informativo regionale dei beni culturali), fanno parte di quei 29 beni che non hanno ancora alcun vincolo di tutela. Il Comune ha chiesto il parere sull’edificio all’architetto Piergiorgio Vitillo dello studio Foa. Quest’ultimo ha attestato il valore dell’immobile, chiedendo che sia rispettata la morfologia. «La commissione paesistica ha espresso parere neutro. Dato che l’edificio è censito nel Sirbec, ma non è soggetto a vincoli e tutele - spiega l’assessore Simone Piacentini -, ai sensi dell’atto di indirizzo deliberato dalla giunta nell’ottobre 2013, sul progetto di demolizione e ricostruzione è stato richiesto un parere esterno. Gli edifici del Sirbec sono 392 e per 29 gli strumenti urbanistici non prevedono prescrizioni, ad esclusione dell’esame di impatto paesistico. È vero che se ne va un pezzo di storia della città - aggiunge l’assessore -, ma quell’edificio era ammalorato e comunque bisogna vedere cosa arriva al suo posto. Attualmente il Piano degli edifici storici che ricomprende le case di ringhiera è in fase di aggiornamento. L’iter amministrativo è lungo, ma deve essere condiviso. A settembre tornerà in commissione paesistica».

Il cantiere

Lo studio Carinelli-Piolini si è messo al lavoro martedì, subito si è proceduto con la rimozione delle beole che sono già state messe da parte per essere poi riutilizzate. Gli appartamenti saranno più grandi rispetto a quelli precedenti, ecco perché il numero è passato da 18 a 12. La sagoma e l’altezza dell’edificio, assicurano i costruttori, sarà però la stessa. «Solai e persiane saranno in legno - spiegano dagli uffici -, i balconi avranno la beola di recupero, le coperture saranno con i coppi, mentre la recinzione in ferro. I balconi, visto che la normativa è cambiata, saranno separati. Il cortile sarà invece con i ciottoli di fiume, come una volta. Il colore dell’immobile è stato concordato con il Fai, al posto del bianco virerà al sabbia».

Sia la piccola edicola votiva sia la targa dedicata alle vittime della seconda guerra mondiale sono state smontate e sistemate in magazzino: «Saranno rimesse al loro posto non appena possibile».

Il cantiere resterà al lavoro per più di un anno

«Gli appartamenti saranno affittati, c’è molto interesse, soprattutto da parte di coloro che hanno sempre vissuto al Pratello - concludono dallo studio Carinelli-Piolini -. In questi giorni la gente si ferma a guardare i lavori e dice spesso agli operai “meno male che state sistemando”».

© RIPRODUZIONE RISERVATA