Linea dura in tribunale a Lodi: due adolescenti rubano il telefono a un coetaneo, condannati a 5 anni

L’episodio nel 2018 anni tra Locate e l’Isola Carolina: accusa di rapina per i giovani

Un 23enne originario della Romania, S.M., e un 22enne di Pieve Emanuele, P.G., sono stati condannati in primo grado dal tribunale di Lodi a cinque anni di carcere per l’accusa di rapina aggravata e in concorso, perché nel dicembre del 2018, quando entrambi erano poco più che maggiorenni, avrebbero sottratto un telefono smartphone della Huawei da 500 euro a un giovane della loro stessa compagnia, rifiutandosi poi di restituirglielo, al punto che poi la vittima si era dovuta ricomperare un nuovo telefonino. Meno costoso, però, per evitare il ripetersi di simili disavventure. «Diverse testimonianze sono apparse reticenti», ha concluso il pubblico ministero, che aveva richiesto condanne inferiori rispetto alla decisione del collegio penale, per 3 anni e 4 mesi di carcere ciascuno.

Il giovane italiano, l’unico che ha voluto partecipare al processo, ha fornito una propria versione dei fatti e si è detto non colpevole, escludendo di aver partecipato all’appropriazione del cellulare. In una delle versioni al vaglio dei magistrati, sarebbe stato il solo 23enne a chiedere con insistenza alla vittima di prestargli il telefonino, «perché mia mamma sta male e devo fare una chiamata», mentre il giovane italiano si sarebbe allontanato. Ma agli atti dell’accusa ci sono anche frasi ritenute minacciose all’indirizzo del proprietario del telefono, che sarebbe stato convinto a “prestarlo” agli amici poi diventati rapinatori, con parole del tipo «se non ci dai il telefono impazziamo e ti picchiamo». In quel periodo tra l’altro la vittima sarebbe stata in un momento di fragilità per aver perso in poco tempo sia il padre sia la madre.

La consegna dello smartphone sarebbe avvenuta in un parco di Locate Triulzi, mentre nel pomeriggio stesso la compagnia si sarebbe ritrovata su una panchina dell’Isola Carolina a Lodi, dove la vittima nuovamente si era vista di fronte i due poi finiti sul banco degli imputati, e aveva quindi deciso di denunciare la sottrazione del cellulare ai carabinieri. I difensori hanno chiesto al tribunale di riqualificare l’accusa in quella meno grave di furto e di considerare anche la possibilità di assolvere uno degli imputati, o di proscioglierli tutti per “tenuità del fatto”. Ma il tribunale ha adottato la linea dura.

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