Le opere di Lodi per Expo: dov’è la cattedrale vegetale

La cattedrale vegetale non si vede (ancora). Expo è alle porte, ma per il progetto simbolo del Lodigiano, dedicato a Giuliano Mauri, bisognerà aspettare ancora. Prima andrà in scena la mostra in onore dell’artista. A Cascina Codazza, invece, a fianco del Parco tecnologico padano, la collinetta artificiale destinata a ospitare l’agricoltura del futuro è ormai pronta.

In attesa del tempio vegetale

Per il momento all’ex Sicc, nel gomito d’Adda che ospita i cigni e la vegetazione d’acqua dolce, non si muove foglia. A spiegare lo stato dell’arte ci pensa l’assessore del Comune di Lodi Andrea Ferrari: «L’operazione Giuliano Mauri prevede due momenti - spiega -, l’8 maggio partirà a palazzo San Cristoforo a Lodi la più grande mostra mai realizzata sull’artista, curata dalla Triennale di Milano e dallo Studio Azzurro. Dal punto di vista economico, il Comune di Lodi ha stanziato 20mila euro, 70mila euro arrivano invece dalla Triennale e da Regione Lombardia. L’esposizione resterà per tutto il periodo dell’Expo».

Per quanto riguarda invece la cattedrale vegetale, il sogno di Giuliano Mauri, sta terminando la fase di reperimento fondi. «Sono stati coinvolti privati e fondazioni bancarie per sostenere l’intervento - aggiunge l’assessore Ferrari -, si è arrivati a quota 175mila euro, su un totale di circa 230mila euro necessari per avviare i lavori. Avendo scelto un’area difficile dal punto di vista tecnico, stiamo concludendo gli ultimi passaggi autorizzativi, si potrà partire entro la fine di maggio. È stata necessaria una collaborazione con Aipo per superare alcune criticità, dal momento che si tratta di un’operazione culturale e non strutturale».

È evidente che il tempio vegetale non sarà pronto per l’inaugurazione di Expo, ma questo gli amministratori lo sapevano: «È un investimento di prospettiva, destinato a rimanere sul territorio. Sapevamo che si trattava di un’opera ambiziosa. Un ringraziamento va alla famiglia Mauri per la pazienza, il confronto è settimanale».

L’agricoltura del futuro

All’inizio era solo un campo verde. Adesso la collinetta a fianco del Parco tecnologico padano è l’emblema dell’agricoltura del domani: qui si coltivano cereali e leguminose con un impianto di irrigazione a goccia. I visitatori potranno vedere con i propri occhi come sia possibile avere un’agricoltura efficiente anche in condizioni di risorse scarse e di terreni non pianeggianti. Il direttore generale del Parco, Gianluca Carenzo: «Questo progetto si misura con le sfide che attendono l’agricoltura e a farlo partendo dall’innovazione in campo unendo le competenze, le idee e soluzioni sviluppate dal Parco e dalla rete di ricerca e di imprese con cui quotidianamente opera».

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