LA TESTIMONIANZA DA CODOGNO «Ho rischiato di perdere mio papà, ragazzi non aspettate a vaccinarvi»

Una giovane ha visto due sue coetanee entrare in pronto soccorso senza riuscire a respirare per il Covid

«Ho rischiato di perdere mio papà, a marzo 2020, durante la prima ondata pandemica e vedo ancora giovani che non si vaccinano e poi stanno male, al punto da far fatica a respirare. Non aspettate a vaccinarvi». A parlare è S. D. che qualche giorno fa si è trovata in pronto soccorso, a Codogno e ha incrociato gli occhi di due ragazze, contagiate e non vaccinate. Le è sembrato di rivivere un incubo e di rivedere il volto di suo papà che, fortunatamente, poi ne è uscito, mentre scendeva dall’ambulanza. I casi dei ricoverati in ospedale, a Lodi, sono saliti ancora. Tutti quelli che si presentano in ospedale hanno difficoltà respiratorie. Attualmente sono 9 i ricoverati, 2 dei quali in terapia intensiva. «Dall’1 giugno - spiega il direttore sanitario Paolo Bernocchi - abbiamo ricoverato 98 persone, 2 terzi delle quali non vaccinate». Per questo, la paziente ci tiene a testimoniare e la sua testimonianza è stata rilanciata anche da Luigi Germano sul gruppo Facebook “In vostro nome - Portale cittadino sulla sanità del Lodigiano”. «In questi giorni mi sono recata in pronto soccorso, a Codogno, per problemi di salute - racconta la giovane -. Ero in sala d’attesa ad aspettare che il medico mi chiamasse. Era notte. Mentre attendevo il mio turno ho sentito arrivare un’ambulanza, mi sono alzata e mi sono affacciata per vedere di chi si trattasse. Era una ragazza. È scesa dall’ambulanza, ma faticava palesemente a respirare. Ho incrociato il suo sguardo, per qualche secondo, mentre entrava. Mi è rimasto impresso: non stava piangendo, ma sembrava chiedere aiuto. Quello sguardo mi ricordava lo stesso di mio padre quando salì sull’ambulanza e faticava a respirare. Sentii il medico dire che la ragazza non era vaccinata».

Quella frase del dottore ha continuato a tormentarla anche tutto il giorno successivo: «Non è concepibile che gente così giovane scelga di soffrire così tanto pur di non vaccinarsi - commenta -. Non si può scegliere di morire. Questo virus colpisce tutti, giovani compresi, io l’ho visto con i miei occhi». Subito dopo quella paziente, ne arrivò un’altra «anche lei giovane e anche lei non vaccinata e anche lei in difficoltà respiratoria. Me lo ricordo perché io stavo eseguendo l’elettrocardiogramma e un dottore ha detto proprio: “Anche lei non vaccinata.” Vorrei invitare i miei coetanei e tutti i giovani a vaccinarsi. Il vaccino, dice la ragazza «salva la vita, non solo agli anziani, ma anche a tutti noi ragazzi. Domani, purtroppo, può essere tardi. La vita è fatta di scelte. Scegliete di proteggervi e di vivere. Non c’è alternativa a questo virus. Il vaccino ci salva». Lei ha rischiato di perdere suo papà.

«È stato ricoverato con polmonite e 80 di saturazione - spiega-, questo a 72 anni, con il diabete e una cardiopatia. Era il 6 marzo 2020, l’ho rivisto il 21 marzo: in quei 15 giorni ho pregato Dio di prendere me, ma di far star bene i miei genitori. Io, appena ho potuto, non ho avuto dubbi, mi sono vaccinata. Chi ha visto da vicino il virus sa l’importanza del vaccino. Chi non lo ha provato crede ancora che sia fantasia. Purtroppo».

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