«La luce gioiosa del Natale è “decisiva” per chi crede»

Una grande folla in Cattedrale per la Veglia del vescovo di Lodi e gli auguri ai lodigiani

«Non è mai scontata questa luce gioiosa del Natale, e non è solo gentile: è una luce decisiva per chi crede». Nella cattedrale di Lodi, rivestita di luci e fiori, l’affollatissima messa della notte di Natale è stata presieduta dal vescovo Maurizio Malvestiti che per prima cosa ha invitato i lodigiani, soprattutto chi convive con un «peso dell’esistenza sul cuore«, a non arrendersi nella ricerca di «Colui che abita nell’intimo di ciascuno». Il vescovo ha concelebrato con i Canonici della Cattedrale e con il Rettore del Seminario vescovile e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Ansemo Morandi. I seminaristi hanno svolto il servizio liturgico. La cappella musicale, diretta da don Piero Panzetti, all’inizio della veglia, ha intonato la “Kalenda”, un antico testo che annuncia la nascita di Cristo, redentore dell’uomo e centro del cosmo e della storia. Ha preceduto la messa l’ufficio delle letture, composto da tre salmi, dalla prima lettura di un brano dell’Antico Testamento, tratto dal libro del profeta Isaia, e dalla seconda di uno scritto dai Discorsi di San Leone Magno Papa.

Riflettendo sul brano del Vangelo di Luca, monsignor Malvestiti ha detto: «Il Creatore che noi ammiriamo nella volta michelangiolesca della Cappella Sistina toccò la mano flebile di Adamo col dito della destra, scorgendovi lo Spirito Santo che ogni uomo e donna avrebbe ricevuto per incarnazione del Figlio di Dio». Un semplice “tocco”, come è stato per Adamo, può aiutare a compiere «il passo interiore della fede»: «Così il Natale 2017 - ha proseguito - può segnare una rinnovata scelta di fede».

Ha quindi citato la lettera pastorale “.. per il mondo” indirizzata alla diocesi nell’anno pastorale della missione: «Ho ricordato che siamo tutti missionari, dobbiamo dire che crediamo alla vita. Dedichiamo questo anno ai lodigiani e alle lodigiane nel mondo, per annunciare il Vangelo che difende la dignità del nascere, del vivere e del morire». «Nascita, vita e morte - ha concluso - devono essere umanizzate, ispirandoci al Vangelo del Dio fatto uomo. Ci sostengono in questa missione, Santa Francesca Cabrini e Vincenzo Grossi. Stiamo commemorando i 100 anni della loro morte. Entrambi hanno lavorato perchè ogni uomo e ogni donna ricevessero accoglienza e rispetto. Erano convinti che la vita fosse intangibile».

Nella preghiera dei fedeli un pensiero particolare è stato rivolto ai sofferenti, ai giovani, ai disoccupati, alle nazioni in guerra, a partire dal Medio Oriente e dalla Terra Santa dove il vescovo si recherà in pellegrinaggio con 108 lodigiani dal 29 dicembre al 5 gennaio: «In Terra Santa percorrerò le orme di Gesù dalla nascita, alla morte e alla risurrezione - ha detto monsignor Malvestiti -. Questa è la novità di ogni Natale ed è un augurio: rinascere intimamente nella luce gioiosa di cui non possiamo fare a meno perchè è luce eterna».


Angelika Ratzinger

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