La Cgil di Lodi si affida a una donna: «Pensiamo alla salute dei lavoratori»

La brianzola Eliana Schiadà eletta segretario generale: «So del territorio quello che mi hanno detto i compagni, presto lo conoscerò»

Eliana Schiadà è il volto nuovo della Cgil di Lodi, eletta martedì scorso alla carica di segretario generale della Camera del Lavoro in sostituzione di Franco Stasi, segretario dal 2015. Un volto femminile, per la prima volta in 125 anni di storia. Ha 49 anni, è moglie e madre, ha la tessera Cgil da oltre 20 anni e dal 2004 ha ricoperto incarichi nella Camera del Lavoro di Monza e Brianza, all’inizio nell’allora Filtea (comparto tessile), poi nella segreteria della neonata Filtcem nel 2009, seguendo tutti i segmenti (chimico farmaceutico, gommaplastica, vetro, ceramica, gas/acqua, elettrico, oltre al tessile). Nel 2014 è diventata segretario di categoria ed è entrata nella segreteria confederale, occupandosi di ambiente, salute e sicurezza, e di formazione. Nel 2017 assume l’incarico di segretario organizzativo della Camera del Lavoro di Monza Brianza, lasciando la categoria. A Lodi è alla prima prova da segretario generale.

Quanto conosce il Lodigiano?

Del territorio so quello che mi hanno raccontato i compagni in questi giorni, il resto lo conoscerò. I nostri cugini delle altre organizzazioni sindacali hanno fatto scelte diverse, ma noi manteniamo una territorialità che deve essere cifra caratteristica del nostro lavoro. L’indipendenza territoriale della Cgil di Lodi, con le caratteristiche del Lodigiano e anche i suoi problemi, sarà una priorità da preservare sempre, non solo sulla carta.

Intende portare modifiche all’organizzazione della Camera del Lavoro?

No. La segreteria è confermatissima, e la sintesi delle pluralità che è riuscito a fare Franco Stasi in questi ultimi anni è un valore importante sul quale voglio continuare a investire, una ricchezza per la Camera del Lavoro. Voglio iniziare nel segno della continuità.

Sotto la guida di Franco Stasi c’è stato un forte impulso alle attività sociali e culturali. Proseguirà questa spinta?

Arrivo da una Camera del Lavoro molto attiva nel sociale. Proseguire nelle attività che non sono il cuore tradizionale della Cgil è fondamentale oggi. La Camera del Lavoro deve essere un soggetto di riferimento del territorio, non solo per le questioni lavorative. C’è poi un tema sempre più rilevante che è la contrattazione sociale, oggi ben fatta dallo Spi Cgil, ma che deve essere condivisa anche con le altre categorie, perché i lavoratori fuori dalle fabbriche sono cittadini, e la Cgil ha l’ambizione di essere punto di riferimento anche fuori dalla fabbriche. L’attività culturale avviata è molto interessante, perché anche da lì passa lo sviluppo del territorio. Se vogliamo essere un’organizzazione di massa, è necessario fare cultura, e sono contenta di aver trovato questa vivacità a Lodi. L’iniziativa della scuola popolare che si sta avviando è molto interessante e da portare avanti. Poi decideremo insieme ai compagni la direzione dei nostri sforzi.

Il Lodigiano dal punto di vista politico è saldamente in mano alla Lega

Noi ci confrontiamo e dialoghiamo con chi c’è. Non siamo un partito, ma un’organizzazione sindacale di massa, e la tutela dei lavoratori passa anche dal confronto con chi governa il territorio. Poi la Cgil ha un proprio carico di valori che non sono in discussione, e che sono oggettivamente distanti da quelli della Lega. Rispetto a quelli non facciamo sconti a nessuno, Lega o altro che sia.

Dal punto di vista più strettamente sindacale quale è la priorità oggi?

Ce ne sono tante, ma purtroppo la priorità assoluta è rappresentata dalla seconda ondata dell’epidemia, perché senza aver superato questa crisi è difficile fare ragionamenti di qualsiasi tipo a lungo termine. Ora la priorità deve essere la tutela della salute delle persone e l’organizzazione delle aziende affinché i lavoratori siano in sicurezza.

Nel Lodigiano ci sono anche molti temi industriali caldi

Il Lodigiano è un territorio piccolo, che rischia di essere fagocitato da Milano. In questo senso difendere l’autonomia territoriale e le sue peculiarità deve essere una nostra priorità. C’è stato e c’è un problema nel rapporto con le multinazionali, come accade anche in altri territori. Un’analisi più approfondita sulla struttura industriale del territorio potrà arrivare più avanti, ma riconosco che ci sono imprese importanti in settori chiave come l’agro-alimentare, il chimico-farmaceutico e la logistica.

Lavorerete in sintonia con le altre sigle sindacali?

L’unità sindacale è un valore e va perseguita perché fa bene ai lavoratori, ai pensionati, ai cittadini. In questo senso andrà ricercata e perseguita, e sono convinta che si potrà lavorare bene con le altre confederazioni. Ci potrà essere qualche difficoltà per i diversi riferimenti territoriali, in conseguenza delle scelte fatte dalle altre organizzazioni (la Cisl è Pavia-Lodi, la Uil Milano-Lodi, ndr), ma sono difficoltà superabili. In questo senso già il mio predecessore Franco Stati ha lavorato molto sulle sintesi unitarie, e voglio proseguire.

Che rapporti si aspetta con Assolombarda?

Come Monza e Brianza avevamo una Confindustria molto attiva e caratterizzata, il passaggio a una realtà più grande come Milano, Lodi, Monza Brianza è stata oggettivamente una difficoltà, perché di fatto la struttura di Monza è stata assorbita, sono cambiati i punti riferimento e si sono perdute le relazioni. Ne sono però state costruite altre. Immagino che a Lodi sia accaduto un po’ lo stesso. Oggi il riferimento è a Milano, e sappiamo bene che mantenere un punto di vista territoriale con le associazioni datoriali sarà più complicato, perché se la testa è a Milano ha una visione diversa.

Nel Lodigiano c’è un settore artigianale molto forte e vivace.

Il mondo artigiano è molto interessante per il sindacato, anche se facciamo più fatica a entrare in contatto con i lavoratori artigiani, un po’ per questioni logistiche, un po’ perché storicamente la Cgil ha avuto più facilità a incontrare le grandi aziende. Negli ultimi anni però, tramite la bilateralità, si sono sviluppati ragionamenti interessanti, penso ai fondi sanitari, quelli pensionistici, e anche alla bilateralità sugli ammortizzatori sociali. Anche il sindacato ha delle novità e ha strumenti da offrire ai lavoratori artigiani, iniziative che possono avere capacità d’attrazione. Questo comparto è una prateria molto vasta, dove c’è tanto da costruire, dunque è un ambito assolutamente da sviluppare con attenzione, sicuramente è tra le priorità.

Ci sono altre priorità da affrontare?

La prima impressione è stata quella di una struttura accogliente, bella, vivace. È mia intenzione visitare tutte le sedi distaccate e anche gli spazi gestiti dallo Spi Cgil per farmi un’idea delle persone che lavorano sulle sedi territoriali, perché sono la faccia della Cgil verso le persone, ed è importante avere una stessa modalità d’azione e d’approccio su tutto il territorio. Ci sarebbero tante altre cose, ma ho già parlato di molte priorità. Alla fine, tutto è una priorità, nel senso che dobbiamo metterci a lavorare insieme, da subito, su tutti gli aspetti, ragionando sulle urgenze e programmando il futuro.

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