INTERVISTA Il commiato del questore che lascia Lodi: «Le rapine tra minorenni sono sotto controllo dopo l’allarme del 2022»

Nicolino Pepe è arrivato a Lodi nel dicembre 2021, le sue parole mentre è in procinto di trasferirsi ad Avellino

Nicolino Pepe lascia la questura di Lodi - dove era arrivato a dicembre 2021 - e il 15 maggio prenderà servizio ad Avellino. Lo incontriamo nel suo ufficio al rientro dall’ultimo sopralluogo in vista della visita in città del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Signor questore, che città lascia?

«Lascio una città senza particolari emergenze, sensibile, che esprime un’istanza di sicurezza qualificata ed esigente. In questi mesi abbiamo provato ad avvicinare sempre di più le scuole e dunque il mondo dei giovani, secondo il concetto di sicurezza integrata che è fondamentale oggi per poter svolgere al meglio il nostro lavoro».

Una delle operazioni più rilevanti sulla città è stato il contrasto allo spaccio di stupefacenti lungo i Giardini del Passeggio, per il quale numerosi cittadini si erano lamentati, perché avveniva in un luogo frequentato dai ragazzini. Come vi siete mossi?

«In quella zona avveniva un’attività di spaccio al minuto portata avanti da nigeriani: attraverso l’operazione “Clean Park” abbiamo messo in campo una attività di monitoraggio con indagini tecniche e siamo arrivati a ottenere 12 misure cautelari, smantellando quella che poteva essere definita una piazza di spaccio. La situazione è migliorata sensibilmente anche grazie a un costante controllo, coordinato dalla prefettura e posto in essere con le altre forze dell’ordine».

Fuori dal centro città come si articola il fenomeno dello spaccio?

«Intanto diciamo che i dati sono in linea con quelli nazionali. Nel nostro contesto provinciale l’attività si svolge prevalentemente nei campi, con gruppi di nordafricani che arrivano dal Milanese e spacciano a clienti locali. Siamo intervenuti in diverse occasioni con operazioni puntuali, in collaborazione anche con i carabinieri che spesso fermano e segnalano i consumatori».

Un fenomeno odioso e che genera allarme sociale è quello dei furti nelle case. Come si contrasta?

«Rispondo partendo dai numeri, che dicono che nel capoluogo le denunce sono in calo. Nel resto della provincia il quadro non è dissimile, possiamo dire che assistiamo a fenomeni che si muovono a ondate. Tra le operazioni più rilevanti condotte dalla questura di Lodi cito quella che ha portato all’arresto di quattro presunti ladri, tre nel Lodigiano e uno in Spagna dove si era rifugiato, grazie all’Interpool. A questa banda, composta da albanesi, sono riconducibili almeno venti furti tra la provincia di Lodi, Milano e l’area di Monza».

Preoccupa la violenza minorile. Lei però nelle recente festa della polizia di stato ha avvertito che non si tratta di baby gang. Può spiegare allora di cosa stiamo parlando?

«Siamo di fronte ad aggregazioni spontanee di minori, che si ritrovano nel capoluogo e mettono in atto comportamenti delittuosi, in primis rapine di strada a danno di coetanei. Sono il frutto spesso di situazioni familiari precarie e problematiche, del rifiuto dell’istituzione scolastica e di dinamiche di ribellione che si sono consolidate per effetto del lockdown. Ma non le chiamerei baby gang, perché queste hanno dinamiche ben specifiche e a Lodi non si riscontrano».

Cosa è successo allora a Lodi?

«Nei primi mesi del 2022 abbiamo registrato un innalzamento dei reati riconducibili ai minori, mi riferisco in particolare alle rapine e alle risse davanti ai bar, e siamo intervenuti attraverso un’azione di controllo del territorio mobile e statica che ha portato frutti. In particolare abbiamo eseguito a luglio tre misure cautelari riuscendo a disarticolare questo fenomeno».

Il tema della violenza minorile si intreccia con la vendita illegale di alcol. Abbiamo registrato diversi casi in città.

«In forza del testo unico di pubblica sicurezza abbiamo chiuso otto esercizi commerciali in provincia di Lodi, di cui cinque per somministrazione di alcol a minori».

Altro fenomeno allarmante è la violenza sulle donne. La sensazione è che i numeri siano in crescita. Lei che quadro può fornire?

«Le donne oggi denunciano mariti e compagni violenti con più frequenza rispetto al passato, questo è vero ed è importante denunciare. C’è anche molta più attenzione da parte delle forze dell’ordine e se ci sono i presupposti il questore interviene, avvalendosi anche delle segnalazioni dei carabinieri presenti sui territori di competenza, con il provvedimento dell’avvertimento e con la proposta al marito violento di entrare nel percorso del protocollo Zeus, che punta a “curare” i sintomi dell’aggressività. A livello nazionale su cento uomini che entrano nel percorso Zeus solo sette mettono in atto comportamenti violenti recidivi. Interventi anche duri, in fase preventiva, evitano poi di avere casi di femminicidio».

C’è poi un episodio che ha avuto eco nazionale: alla vigilia di Ferragosto 2022 un uomo in stato di alterazione ha bloccato un Frecciarossa e ha scagliato sassi contro i veicoli in autostrada a Borghetto Lodigiano. Sarebbe potuta finire in tragedia. Che ricordo ha?

«Ci siamo trovati di fronte a una situazione particolarmente complessa, con almeno quindici veicoli colpiti e trenta persone coinvolte. Grazie alla preparazione e alla prontezza delle forze dell’ordine e in particolare agli agenti della polizia stradale, che hanno utilizzato anche dispositivi di recente fornitura come il taser, abbiamo evitato conseguenze drammatiche».

Nelle sue precedenti esperienze, prima della nomina a questore di Lodi, si è occupato a lungo di lotta alla criminalità organizzata in aree a forte rischio di penetrazione come il Lazio. Che giudizio può dare del contesto lodigiano?

«Non ci sono particolari evidenze, certo è che l’osservazione investigativa è costante, sotto il coordinamento della procura, per intercettare eventuali tentativi di condizionamento del tessuto economico».

È in partenza. Quali ricordi porta con sè?

«A Lodi mi sono trovato bene, potendomi concentrare molto sul lavoro: ho trovato una comunità laboriosa, intraprendete e sincera nei rapporti umani. Ricordo con piacere la possibilità di intervenire ai Colloqui di San Bassiano, organizzati dal vescovo di Lodi, portando il mio contributo sul tema della devianza giovanile. Devo ringraziare l’autorità giudiziaria per il ruolo di guida, il prefetto per il lavoro puntuale e competente di coordinamento, le altre forze di polizia per la sinergia costante, il sindaco di Lodi e la polizia locale per il rapporto di collaborazione che mi hanno riservato e un affettuoso ringraziamento va a tutto il personale della polizia di stato, che in questa città è composto da persone di elevato spessore, esperte e dedite al sacrificio. Infine ringrazio sentitamente “il Cittadino” per la puntualità della collaborazione nel difficile compito della comunicazione».

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