In mille per lo show di Saviotti

Il manager ai dipendenti Bpl: «Produciamo di più»

Le grandi adunate di Gianpiero Fiorani erano ben altra cosa, capaci di entusiasmare i dipendenti e delineare progetti da sogno per una “piazza” piccola come Lodi. Pierfrancesco Saviotti, da banchiere di lungo corso chiamato a far uscire il Banco Popolare dalle secche, ha badato invece al sodo, trasmettendo messaggi semplici e chiari. Ha cercato di infondere ottimismo negli oltre mille dipendenti radunati martedì pomeriggio nell’auditorium della sede centrale della Bpl, spronandoli al tempo stesso a dare il massimo per «confermarci la quarta banca del Paese» (le esatte parole di Saviotti). Il manager milanese ha parlato per quasi un’ora, a braccio, in maniche di camicia. Non ha nascosto i problemi ancora aperti (Italease in primo luogo), ha riflettuto sul titolo ormai al minimo storico, ma ha chiuso con un messaggio di speranza, che gli è valso un lungo applauso: «Il presente non è eccezionale, ma è tranquillo: non abbiamo buchi, siamo una banca sana e vitale».

«ITALEASE: UNA PALLA AL PIEDE»L’incontro era riservato esclusivamente ai dipendenti e forse è per questo che Saviotti è andato subito al sodo («questa non è una riunione di routine, siamo qui per parlare del nostro futuro», ha detto) snocciolando numeri e sottolineando i punti deboli del Banco. I risultati dei primi sei mesi del 2011 «sono apprezzabili e decorosi». «Da gennaio a giugno il Banco ha guadagnato 237 milioni di euro, Italease invece ha chiuso con una perdita di 47 milioni e - non ha nascosto il consigliere delegato - rappresenta la nostra palla al piede». Quanto al risultato semestrale normalizzato (cioè al netto delle poste straordinarie), il Banco ha raggiunto 173 milioni di euro: «Non è un risultato da grande banca, ma con l’aria che tira e visti i retaggi del passato è buono». Poi il riferimento alla “rete”, cioè ai lavoratori delle circa duemila filiali: «La rete ha migliorato - ha detto Saviotti -, la nostra attività sul territorio è fondamentale per portare a casa la raccolta necessaria a sostenere gli impieghi e pagare i debiti». Entro il 2012 il Banco avrà rimborsato circa 20 miliardi di euro («quasi una Finanziaria dei nostri governanti», ha osservato Saviotti), di cui 8 di Italease. Guardando alla semestrale, il “numero uno” del Banco ha parlato di «ragionevole ottimismo», perché la rete «ha gestito momenti difficili e ha prodotto risultati, aggredendo bene i territori».

«LA CRESCITA È FONDAMENTALE»Se in questi mesi le filiali sono state al centro della crescita del Banco Popolare (la raccolta è cresciuta del 5 per cento tra giugno 2010 e giugno 2011), nei prossimi lo saranno ancora di più. Saviotti è stato chiarissimo: occorre migliorare ulteriormente. «La raccolta in senso stretto (conti correnti, libretti, certificati di deposito, ndr) vale 37 miliardi di euro: è una inezia per un gruppo come il Banco». E ancora: «Abbiamo pochi clienti e facciamo poca raccolta e il nuovo piano industriale si muove proprio da questa considerazione». Il Banco punta a conquistare almeno 250mila nuovi clienti, «di cui 50mila tramite Internet (nuovi servizi di banca on-line, ndr)». Saviotti ha parlato chiaro: «La crescita è fondamentale per la nostra vittoria: abbiamo circa 1 milione 900mila clienti, credetemi, sono troppo pochi. Dobbiamo tassativamente crescere, è una necessità». Non a caso il consigliere delegato ha parlato di «nuovi budget aggressivi». Gli impieghi (cioè i prestiti) si focalizzeranno invece ancora di più su famiglie e piccole-medie imprese. «Continueremo su questa strada perché il denaro costa tanto, sta diventando merce rara e lo dobbiamo gestire in maniera oculata». Entro il prossimo 30 settembre gli impieghi dovranno essere ridotti di circa 2 miliardi: «Non è un cambio di strategia, ma è necessario in base al nostro attuale patrimonio».

«DALLA “BANCA UNICA” RISPARMI PER 100 MILIONI DI EURO»Il futuro del Banco Popolare passerà anche dal riassetto societario e organizzativo previsto dalla “banca unica”. «Avremo risparmi per 100 milioni di euro, di cui 40 già nel 2011», le parole di Saviotti. Che ha aggiunto: «In futuro i problemi non mancheranno perché siamo alle prese con la crisi interna e internazionale e un corso del titolo drammaticamente penalizzato. Dobbiamo comunque essere protagonisti e posizionarci da leader». Poi l’accenno al nodo occupazionale e agli esuberi: «Per due anni non abbiamo fatto niente, anche se avevamo pressioni per contenere i costi. A fine 2010 abbiamo deciso di intervenire con lo strumento degli incentivi alla pensione. Sono già usciti circa 900 lavoratori. I sindacati hanno chiesto il fondo di solidarietà, a cui hanno aderito in 500. Ne abbiamo passati 200, altri 300 usciranno tra 2012 e 2013». Prima di Saviotti è intervenuto l’amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi, Maurizio Di Maio: «Dobbiamo distinguerci dalle altre banche per compattezza e determinazione». Poi è toccato a Domenico De Angelis e Maurizio Faroni.

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