Il Papa: «Avete incominciato un miracolo» VIDEO

Il ringraziamento del Santo Padre a medici, paramedici, volontari, sacerdoti, religiosi e laici durante l’incontro con le diocesi lombarde e le rappresentanze della Regione più colpita dall’epidemia

In questi mesi di emergenza, travolti da problemi spesso insormontabili, abbiamo sentito bisogno, più di tutto, di combattere l’isolamento e la sofferenza con tenerezza e speranza. E proprio di tenerezza ha parlato il Papa sabato mattina, nell’Udienza speciale in sala Clementina, in cui ha incontrato una rappresentanza della Regione Lombardia, i vescovi e una rappresentanza dei sacerdoti delle diocesi di Milano, Lodi, Bergamo, Brescia, Cremona e Crema, i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e della Protezione civile di una delle Regioni italiane più colpite dall’epidemia di Covid-19, insieme al Piemonte, all’Emilia Romagna e al Veneto, e in particolare alla comunità di Vo’ Euganeo, rappresentata dal vescovo di Padova, oltre agli esponenti dell’ospedale “Spallanzani” di Roma.

«Le varie realtà della società italiana si sono sforzate di fronteggiare l’emergenza sanitaria con generosità e impegno – ha detto il Papa rivolgendosi ai presenti, ma idealmente a tutti coloro che hanno prestato la propria opera instancabile -. Penso alle istituzioni nazionali e regionali, ai Comuni; penso alle diocesi e alle comunità parrocchiali e religiose; alle tante associazioni di volontariato. Abbiamo sentito più che mai viva la riconoscenza per i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari, in prima linea nello svolgimento di un servizio arduo e a volte eroico. Sono stati segno visibile di umanità che scalda il cuore. Molti di loro si sono ammalati e alcuni purtroppo sono morti, nell’esercizio della professione. Li ricordiamo nella preghiera e con tanta gratitudine». Ha detto, senza mezzi termini, come molti operatori sanitari siano stati «angeli» in grado di unire competenze professionali e attenzioni che «sono concrete espressioni di amore». «Questi operatori sanitari – ha osservato -, sostenuti dalla sollecitudine dei cappellani degli ospedali, hanno testimoniato la vicinanza di Dio a chi soffre; sono stati silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza». Il Papa non ha dimenticato di sottolineare l’impegno dei cappellani negli ospedali e dei sacerdoti che hanno tenuto unite e sostenuto le comunità parrocchiali.

In rappresentanza della diocesi di Lodi, che si è spesa per affiancare questo impegno, era presente il vescovo Maurizio, accompagnato dai parroci delle due comunità più colpite del Basso Lodigiano, monsignor Iginio Passerini di Codogno e monsignor Gabriele Bernardelli di Castiglione, un parroco guarito dopo una permanenza significativa in ospedale, don Luca Maisano, e un sacerdote, don Andrea Tenca, che si è offerto volontariamente di prestare servizio nell’ospedale di Lodi, nel reparto di isolamento per malati di Covid-19, sottoponendosi a tutte le restrizioni previste per i medici e gli infermieri. I laici lodigiani coinvolti sono stati invece il primario del Pronto soccorso Stefano Paglia, il primario di Chirurgia Pietro Bisagni e due medici di base di Castiglione, i due rappresentanti della Protezione civile Marco Vignati e Tommasino Donati e Pietro Foroni in veste ufficiale come assessore della giunta lombarda. «Con il vostro lavoro, di tutti voi medici, paramedici, volontari, sacerdoti, religiosi, laici, che avete fatto questo, avete incominciato un miracolo», ha concluso Papa Francesco, e parafrasando il sarto del Manzoni ha pregato «che Dio finisca bene questo miracolo che voi avete cominciato», quindi ha benedetto i presenti e ha voluto alzarsi in piedi per salutare tutti uno ad uno. Se due mesi fa l’immagine del Papa solo, in preghiera sotto la pioggia di piazza San Pietro, ha fatto il giro del mondo per la sua efficacia sublime e dolente, questa spontanea testimonianza di affetto e riconoscenza è stata forse altrettanto importante. Modi diversi e complementari di esprimere solidarietà, vicinanza e preghiera che non sono mai mancate e che non mancheranno, questo l’auspicio del Papa, anche nei mesi a venire.

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