Il cardinal Zuppi nuovo presidente della Cei. Era stato a Lodi nell’ottobre 2021

Papa Francesco ha nominato l’arcivescovo di Bologna alla guida della Chiesa italiana

Novità al vertice della Conferenza episcopale italiana. Papa Francesco ha nominato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, presidente della Cei. A dare l’annuncio ai vescovi è stato il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, che ha dato lettura della comunicazione del Santo Padre.In mattinata i vescovi, riuniti per la loro 76esima Assemblea Generale avevano proceduto all’elezione della terna per la nomina del presidente, secondo quanto previsto dallo Statuto.

Il cardinal Zuppi era stato a Lodi, al secondo convegno presinodale tenutosi in cattedrale, venerdì 10 ottobre 2021, su invito del vescovo monsignor Maurizio Malvestiti.

Questo l’articolo di Federico Gaudenzi relativo alla serata del 10 ottobre 2021.

A poche settimane dall’apertura ufficiale del Sinodo diocesano, la cattedrale di Lodi ha ospitato una serata di riflessione e preghiera guidata dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna.

«La pandemia ci ha dato una svegliata notevole, ci ha buttati in acqua, ha fatto emergere la storia, le domande, le difficoltà» ha esordito il cardinale, ripartendo dai momenti difficili vissuti con dolore anche nel Lodigiano. Non è mancato un riferimento alla dinamica del dialogo richiesta dall’indole sinodale, che distingue la Chiesa e ne indica la missione nel mondo: «Dovremmo fare un discorso onesto: effettivamente finora non abbiamo ascoltato tanto. L’ascolto fa sentire anche ascoltati, ricostruisce un rapporto» ha aggiunto, ponendo le basi per una riflessione sincera che ha conquistato molti dei presenti.

«Un contributo pastorale dal respiro coinvolgente» ha commentato il vescovo Maurizio, introducendo il fratello vescovo, che ha parlato anche dei temi di più stretta attualità, dall’eutanasia all’Afghanistan alle sofferenze che «visto che non bucano lo schermo, non ci toccano».

«Come ogni tempo di prova, il nostro tempo ha bisogno di una testimonianza - ha concluso -. Il Sinodo non è un cammino per una logica interna, ma il vero camminare insieme è quello che in questo tempo ci impone di comunicare il Vangelo, costruire comunità del Signore e servire i poveri amandoli per quello che sono, non per quello che vorremmo che fossero. Il Sinodo è pensarsi insieme, è comunione».

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