I sindacati chiedono il tampone gratis
per poter lavorare nelle scuole lodigiane

Per il momento negli istituti la situazione è sotto controllo, solo casi sporadici di personale non vaccinato

Green pass obbligatorio per professori e personale Ata, continuano le proteste. Dopo l’intervento dei carabinieri in due scuole del Lodigiano, il primo giorno di entrata in vigore dell’obbligatorietà, e i discorsi dei presidi ai loro dipendenti che protestavano, anche ieri non sono mancate le persone che sono andate a fare il tampone per entrare a scuola.

Al Tosi di Codogno, spiega il preside Antonello Risoli, «la percentuale di quelli che è andata a fare il tampone è del 5 per cento sui circa 70 dipendenti che oggi (ieri, ndr) sono entrati a scuola. Non ho avuto resistenza però, tutto è avvenuto in ordine. Gli esami si sono svolti senza contestazioni e polemiche. Quello che mi auguro -spiega il dirigente - è che la piattaforma del ministero sia fruibile il prima possibile, questo per facilitare il controllo. Nella mia scuola ci sono 160 operatori scolastici tra personale docente e non docente. È difficile riuscire a controllare tutti a mano con il tablet come facciamo in questi giorni».

La normativa, infatti, entrata in vigore l’1 settembre, prevede che il personale scolastico controlli con l’applicazione ad hoc la validità del green pass. La certificazione verde Covid si ottiene a 15 giorni di distanza dalla prima dose, dopo entrambe le dosi, in seguito a un tampone eseguito nelle 48 ore precedenti o viene rilasciato a chi si è ammalato negli ultimi 6 mesi. Chi non ha il green pass non può entrare a scuola, viene rimandato a casa senza stipendio e, almeno che non si presenti con il tampone a pagamento, licenziato dopo 5 giorni. Per chi, invece, è esente dal vaccino per patologie, i costi del tampone sono in carico alla scuola.

«C’è confusione - commenta - Salvatore Di Mundo, segretario del sindacato Snals -. In provincia mi hanno segnalato alcune difficoltà. Il 90 per cento di chi non era vaccinato sta procedendo con la prima dose. Io sono per il rispetto della libertà, mi sono vaccinato subito, ma rispetto le opinioni di chi non lo vuol fare». La rappresentante della Cisl Elena Maga è fiduciosa: «La Rsu ci dice che, a parte i casi sporadici - commenta - i controlli avvengono con i tablet in modo tranquillo. So che tra i docenti lodigiani c’è qualcuno che ha paura a vaccinarsi, ma penso che ora, viste anche le sentenze che respingono tutti i ricorsi, gradualmente si vaccineranno tutti». Al Comprensivo Lodi 2, solo una dipendente ha dovuto presentarsi con il tampone perché si era vaccinata di recente. Stessa situazione all’Einaudi. Anche al Comprensivo Lodi V, c’è stata solo una criticità. A. G., avvocata e docente di diritto del Lodigiano non ha dubbi: «Io non sono contraria al vaccino - dice -, ma per me il green pass non può essere obbligatorio, perché il vaccino non lo è. Perché non rendono obbligatorio il vaccino e lo Stato non si assume la responsabilità penale in caso di reazioni avverse? I tamponi, poi, dovrebbero essere gratuiti per tutti. Attualmente chi non ha il vaccino deve spendere 180 euro alla settimana per il tampone: un’assurdità. C’è una convenzione con alcune farmacie, ma non con tutte, per fare il tampone a 15 euro, ma solo fino a novembre. E poi? In ogni caso è troppo. Noi chiediamo che sia gratis».

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