GUERRA IN UCRAINA «In pena per i nostri parenti: vogliamo portarli a Lodi» GUARDA IL VIDEO

Khrystyna Dovbenko, 26 anni, gestisce il minimarket ucraino di corso Mazzini

Khrystyna Dovbenko è nata a Cernivci in Ucraina e della sua terra conserva ancora tantissimi ricordi d’infanzia: «Bastava poco per divertirci. Non c’erano smartphone e tablet, noi giocavamo con la terra - ricorda -. Poi, quando nevicava, con un sacco dell’immondizia scendevamo dalle discese proprio come fosse uno slittino». Niente a che vedere con lo scenario trasmesso negli ultimi giorni dai tg, che passano in tv le immagini di bombardamenti e dello strazio che la guerra porta con sè.

«Abbiamo appreso del primo bombardamento a Ivano-Frankivsk da una telefonata di mia zia - racconta la giovane, 26 anni ancora da compiere, in Italia dall’età di otto -: è stato colpito l’aeroporto. Il mio paese dista solo 100 chilometri per cui la paura è davvero tanta». La sensazione di impotenza e paura, infatti, è palpabile anche a diversi chilometri di distanza, tra le mure del Minimarket Murka in corso Mazzini a Lodi. Proprio qui, la giovane insieme alla mamma Natalia Dovbenko porta avanti una piccola bottega alimentare con prodotti che spaziano dai sapori dell’Ucraina, delle Romania e della Moldavia. Un luogo vivo, con il via vai dei residenti di San Bernardo che lo frequentano per le compere di ogni giorno. Proprio come il signor Giovanni che abita in fondo alla via e adora latte e yogurt di cui è rifornito il minimarket. «Siamo sconcertati per quello che sta accadendo nel suo paese» dichiara mentre è in cassa a pagare i suoi acquisti. E Khrystyna ci racconta di una comunità ucraina che a Lodi è radicata, con diverse famiglie che vivono in città: «Ma nel mio paese ho ancora diversi parenti - spiega - dalla parte di mio padre, nonni, zii, cugini: uno di 20 anni, l’altro di solo 4. Le scuole da ieri sono chiuse. Ormai si teme davvero il peggio».

Lo schermo del suo computer nel retro bottega è sintonizzato h24 sul Canale 5, una rete locale che trasmette in diretta gli avvenimenti oltre confine e, tra un cliente e l’altro da servire, il suo orecchio è attento alle news dell’ultimo minuto: in lingua ucraina passa il servizio di due militari in collegamento con l’emittente e, incuriositi, chiediamo a Khrystyna di farci la traduzione: «Nessuno ci aiuterà, dobbiamo difenderci con le nostre forze. Siamo la grande Ucraina». È una questione politica, come sottolinea la titolare, ma per cui pagheranno lo scotto soprattutto i civili: «L’Ucraina chiama il popolo alle armi: tutti gli uomini dai 18 ai 60 sono chiamati a difendere la patria. Da ieri, è stata concessa la vendita di armi liberamente ai cittadini per la possibilità di difendersi».

Racconti che fanno rabbrividire e che riemergono dal passato, dai libri di storia dove sembravano ormai seppelliti: «Girano immagini del volto di Putin trasfigurato in quello di Hitler. Anche i russi stanno manifestando contro la guerra e, in tantissimi, sono già stati arrestati». Krystyna è spaventata per i suoi parenti esposti ai pericoli della guerra e ci confida dell’impegno per farli raggiungere l’Italia: «Stanno facendo le pratiche per il passaporto: temiamo tutti il peggio ma speriamo ancora in un miracolo». E la bandiera che ha già ordinato su Amazon arriverà presto a colorare di azzurro e giallo il suo negozio: «Non cambierà certo le cose , sarà solo un piccolo segno di solidarietà al mio popolo».

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