Crimine organizzato: cinque inchieste tra Lodigiano e Sudmilano

Il rapporto della Direzione investigativa antimafia lancia anche l’allarme sui reati fiscali

Sono cinque le inchieste che coinvolgono Lodigiano o Sudmilano citate nell’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia, relativa al primo semestre del 2021. E c’è un passaggio che conferma una dinamica che spiega molte cose: “Le province di Pavia e Lodi risentono sempre più della migrazione di soggetti giunti a Milano negli scorsi decenni e che privilegiano città periferiche ritenute più idonee a una gestione defilata delle proprie attività. Sotto il profilo dei reati-scopo si conferma la tendenza alla consumazione di reati di tipo tributario quali: fatture per operazioni inesistenti, false compensazioni di crediti tributari realizzati attraverso società in alcuni casi appositamente costituite”. Ma si stanno creando anche collegamenti diretti con cosche di ’ndrangheta dal territorio calabrese.

L’eroina

Da quello noto come “il bosco dell’eroina” nel quartiere Rogoredo i pusher maghrebini, anche a seguito dei numerosi interventi delle forze dell’ordine, hanno spostato il loro centro di smercio lungo la ferrovia tra la stazione di Milano Rogoredo e quella di San Donato Milanese “mantenendo sostanzialmente invariato il volume dei propri affari”. La zona di San Donato negli anni 2018 e 2019 risultava presidiata invece da spacciatori italiani, albanesi e rumeni coordinati da un pregiudicato albanese che operava nell’interesse di due italiani posizionati al vertice dell’organizzazione. La conseguenza di tale continua operatività ha generato evidenti effetti anche sul piano sociale con l’aumentato afflusso di giovani tossicodipendenti che percorrono a piedi il tratto della ferrovia causando evidenti disagi ai trenii. la Dda ricorda anche l’operazione dell’aprile 2021 in cui nel Sudmilano la Squadra mobile di Milano aveva arrestato 3 cittadini turchi che a bordo di un’auto in arrivo a Milano dal Centro Italia celavano oltre 12 kg di eroina, con il ritrovamento di 3 chili di droga in un box.

La banda dei bancomat

C’erano anche colpi nel Lodigiano tra quelli contestati dalla Procura di Verona a una “banda dei bancomat” bloccata con l’arresto di 7 italiani nel marzo 2021, che disponeva di esplosivi e cui vengono contestate anche responsabilità a vario titolo nel tentato omicidio di un carabiniere. I furti erano avvenuti tra il 2017 e il 2020 e avevano fruttato 1,5 milioni di euro.

Automobili riciclate

Le organizzazioni criminali pugliesi, forze perché un po’ più ostacolate nel loro territorio d’origine, stanno operando un po’ di più in Lombardia. Tralasciando il capitolo degli assalti ai furgoni blindati, con indagini finora non approdate a risultati abbastanza solidi, la Dda registra l’ordinanza di custodia cautelare del tribunale di Brindisi eseguita a Brindisi, Bari, Trani, Taranto, Lodi e Cesena, per 29 persone responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, furti di autovetture, ricettazione, riciclaggio ed estorsioni.

Immigrazione clandestina

La Dda cita tra le inchieste di rilievo quella della squadra mobile della questura di Lodi che il 30 marzo del 2021 aveva eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per due egiziani accusati di costituire imprese inesistenti per assumere connazionali, anche residenti di fatto all’estero, per fare loro ottenere il permesso di soggiorno.

Il caso fanghi

Anche l’inchiesta bresciana sulla società accusata di trattare impropriamente i fanghi di depurazione e smaltirli anche nel Lodigiano viene citata dalla Dda.

Le interdittive antimafia

Nel primo semestre 2021, le Prefetture del distretto di Milano (Milano, Varese, Lecco, Lodi, Monza e Brianza, Pavia, Como e Sondrio) hanno emesso 20 provvedimenti interdittivi, 11 dei quali emessi dalla Prefettura di Lecco, 3 da quella di Milano, 3 da quella di Varese, 2 da quella di Monza e della Brianza e una da quella di Lodi. Rispetto alle matrici criminali di riferimento, 15 di questi hanno riguardato imprese in contesti di criminalità organizzata calabrese, 3 di criminalità organizzata siciliana e 2 di criminalità organizzata campana. Per quanto le province del distretto di Brescia (Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona) sono stati disposti 16 provvedimenti prefettizi: 7 sono stati dall’UTG di Bergamo, 6 da Mantova, 2 da Brescia e uno da Cremona. Rispetto alle matrici criminali di riferimento, 11 di questi hanno riguardato imprese in contesti di criminalità organizzata calabrese e uno di criminalità organizzata pugliese; ulteriori 4 provvedimenti, emessi per l’esistenza di fattispecie ostative ex art. 84 del D.Lgs. 159/2011 non sono strettamente ascrivibili a contesti di criminalità mafiosa.

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