Codogno, un tetto per gli “invisibili”: Caritas e Parrocchia sono al lavoro

Ma serviranno ancora tempo e soldi. E intanto sei clochard hanno rischiato di morire per il fuoco pochi giorni fa

Un dormitorio per i senzatetto alle spalle della “Chiesa della Trinità” in centro. Ci lavorano da mesi la Parrocchia e la Caritas di Codogno e il caso dei sei clochard trovati sabato notte in un capannone abbandonato dietro la stazione ferroviaria, dove rischiavano di morire intossicati per riscaldarsi con un falò improvvisato, non fa che accrescere l’urgenza di una struttura dell’accoglienza in città per chi non ha un tetto. Ne è convinto Luciano Spadon, presidente Caritas: «Lo spazio c’è, sono i vecchi appartamenti non più abitabili dietro la Chiesa della Trinità – spiega -. Uno per una famiglia, più 4 o 5 posti letto. Il progetto è in fase di preparazione, ma siamo ancora ai primi passi. Ci sono da mettere a posto le carte catastali e da trovare i finanziamenti». I tempi rischiano di non essere brevi e immaginare una data per l’apertura del dormitorio è praticamente impossibile. I fatti di cronaca impongono però una risposta tempestiva. «La mia stima dei senzatetto in città era tra 5 e 10 e l’episodio di sabato notte conferma più o meno quello che pensavo – ragiona Spadon -. Da quanto è emerso potrebbero essere gli stessi che prima dormivano nella ditta abbandonata a fianco, il che significa che questa gente è ancora in giro e dunque il problema è cronico». Detto ciò il presidente Caritas ammette come la soluzione non sia semplice. «Replicare nel Basso Lodigiano una struttura come la “Casa San Giuseppe” a Lodi non è pensabile, perché sappiamo quale investimento è stato fatto – aggiunge -. L’intenzione è di creare posti letto, questo sì, tutto però è fermo alla definizione burocratica». E intanto? «Purtroppo non ho una risposta immediata – ammette -. Speriamo che la primavera arrivi presto e questa gente che è ancora in giro, soffra meno».

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