«I nodi critici attorno al taglio degli alberi della Foresta di Pianura»

LA LETTERA Di Marta Morini, Antonella Rossi, Michela Sfondrini

Siamo tra le persone che sabato 12 aprile, dopo avere appreso del taglio avvenuto nella Foresta di Pianura, si sono ritrovate a condividere una passeggiata silenziosa per esprimere il proprio dispiacere di fronte all’accaduto e una crescente preoccupazione per il destino del verde che ci circonda. Dopo il taglio avvenuto nella porzione di Foresta adiacente all’ex Sicc e dopo il sacrificio del bosco in Piarda Ferrari, una manciata di giorni fa, abbiamo assistito a un nuovo intervento nella Foresta di Pianura che ai nostri occhi rimane poco comprensibile o non condivisibile nelle modalità con le quali è stato realizzato.

Vorremmo provare a raccontare il contesto nel quale il taglio è avvenuto, da parte degli operatori del Parco Adda Sud, nella zona limitrofa alla Cascina Costino ma anche, brevemente, la storia della Foresta. Essa si estende su una superficie di proprietà privata, nel Comune di Lodi ed è nata nel 2003 nell’ambito del progetto “Dieci grandi foreste di pianura” promosso da Regione Lombardia di cui la Provincia di Lodi si è fatta promotrice: certamente un investimento lungimirante e occasione ideale per realizzare un’area verde, prossima all’abitato. L’intervento di taglio eseguito nella seconda parte del mese di marzo è stato deciso con “deliberazione” del Presidente della Provincia nell’ottobre del 2023, in “approvazione in linea tecnica degli interventi forestali a carico di Sorgenia” a titolo di compensazioni ambientali pattuite contestualmente alla realizzazione della centrale di Bertonico Turano. In altre parole: la Provincia di Lodi approva, nella foresta, il progetto esecutivo degli interventi forestali redatti da Sorgenia sulla base della relazione del proprio agronomo, con il nulla osta da parte del Comune di Lodi e con l’autorizzazione da parte del Parco Adda Sud.

Il costo dell’intervento è interamente a carico di Sorgenia proprio in forza della convenzione stipulata nel 2010 che prevedeva che Sorgenia provvedesse alla realizzazione di “50 ettari di bosco… e ad attendere alla relativa manutenzione per 10 anni, con impegno economico pari a 1 milione di euro”.

Partiamo da qui: 50 ettari di bosco, da manutenere per 10 anni con un impegno economico pari a 1 milione di euro. Qualcuno li ha mai visti 50 nuovi ettari di bosco?

Diciamo pure che, forse, nel territorio di tutta la Provincia di Lodi non ci sarebbero stati 50 ettari disponibili da trasformare a bosco ma diciamo anche che, a nostro avviso, utilizzare le risorse economiche (indirizzate alla realizzazione di 50 ettari di bosco e alla sua manutenzione) per tagliare una porzione di bosco già esistente non corrisponde esattamente alla ratio della convenzione e all’auspicio che il patrimonio forestale del territorio aumentasse significativamente non fosse altro per compensare i danni ambientali prodotti dalla realizzazione di una centrale contro la quale le voci, anche istituzionali, non mancarono.

Ecco allora il primo “nodo” critico sul quale vorremmo si aprisse un confronto: l’intervento definito “di diradamento”, con un ”prelievo di piante arboree…per migliorare la stabilità della Foresta” è un intervento coerente con la finalità della convenzione? Il diradare, dunque, vale quanto il piantumare nell’applicazione della convenzione stipulata tra la Provincia di Lodi e Sorgenia, ossia il diradare in una zona di bosco già esistente può essere equiparato alla manutenzione del nuovo bosco cui Sorgenia era impegnata e di cui non ci pare essere traccia? Ai nostri occhi è una contraddizione ben difficile da comprendere. Più che una operazione di diradamento, inoltre, ci è parso abbia determinato l’eliminazione del sottobosco con conseguente perdita della biodiversità che negli anni si era sviluppata.

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Pensiamo con uno sforzo di fantasia di entrare nella foresta, quasi come se ripercorressimo il sentiero che abbiamo seguito sabato; la foresta è cresciuta in fretta ed è rigogliosa ma da tempo appare trascurata da molteplici punti di vista. Sono stati abbandonati i punti ristoro inizialmente approntati, è sparita la cartellonistica, sono poco o niente segnalati i percorsi di collegamento, non è mai stato realizzato quel presidio dedicato alla biodiversità annunciato nei primi anni della sua messa a dimora e che sarebbe dovuto essere punto di partenza per percorsi didattici ed educativi all’interno di uno spazio tanto prezioso. Nessun intervento di manutenzione è stato realizzato dopo il 2015 e forse, se si fosse operato con maggiore continuità nel tempo, si sarebbe potuto agire con minore impatto di quello messo in campo dall’intervento di questi giorni, intervento previsto tra dicembre 2024 e marzo 2025 ma realizzato solo sul finire del mese di marzo, termine ultimo consentito dalla legge a tutela delle specie animali presenti in foresta.

Ecco allora il secondo “nodo” critico: ci domandiamo e domandiamo quali risorse ha impiegato la Provincia di Lodi nel corso degli anni per manutenere questo spazio così prezioso e quali risorse metterà in campo - ora che le compensazioni cui era tenuta Sorgenia, con questo ultimo intervento di taglio, sono esaurite - nel futuro, prossimo e di medio termine, per valorizzare questo patrimonio e proteggerlo, e quali progetti ha in cantiere e come intende portarli avanti.

Non c’è il due senza il tre, e ci avviamo alla conclusione: se la foresta può cavarsela da sola - e la mancanza di interventi manutentivi negli ultimi dieci anni sembra dimostrarlo - ora che ne sono passati oltre venti dalla sua nascita la si potrebbe ben ritenere in grado di regolarsi e autoregolarsi senza la necessità di un ricorrente intervento umano. Ecco quindi un ulteriore fronte di approfondimento: cosa fare e cosa non fare o, in modo più radicale, fare o non fare?

L’opinione non è unanime e la sintesi è complessa ma proprio per questo il confronto è importante intorno al senso di un intervento di taglio a detta dell’agronomo incaricato necessario ma che, secondo una diversa visione di foresta (di pianura) e di bosco, avrebbe potuto evitarsi lasciando fare alla natura il suo corso, a maggior ragione dopo che per anni nessuno ha messo mano a nulla. Non è questo tema di poco conto, anzi. È argomento rispetto al quale si confrontano scuole di pensiero diverse e relativamente al quale i tecnici rivendicano l’insindacabilità del proprio giudizio da parte dei non addetti ai lavori, ma che non dovrebbe essere escluso dal dibattito se ciò che crediamo utile, in tema di verde, di manutenzioni, di salvaguardia della natura, di fruizione della stessa è indissolubilmente legato alla vita di ciascuno di noi e del territorio che abitiamo ed esprime un “valore sociale” che oggi non si può più negare, che coinvolge tutta la comunità che a questo spazio si sente legata, che vorrebbe vivere, rispettosamente, e contribuire a migliorare.

È nell’auspicio di avere risposte che fughino i nostri dubbi e forniscano risposte alle domande poste che abbiamo invitato, sabato 3 marzo, alle ore 10.45 i rappresentanti della Provincia di Lodi, del Comune di Lodi e del Parco Adda Sud a un nuovo incontro, presso la Foresta di Pianura, con ritrovo di fronte alla Cascina Costino, con tutte le cittadini e i cittadini interessati.

Marta Morini, Antonella Rossi, Michela Sfondrini
Lodi

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