Un ciak sulla pandemia: Lodi simbolo di resistenza

Un giovane regista gira in questi giorni nel centro storico un film ambientato durante il lockdown

Lodi ai tempi della pandemia diventa il set per un film. E per un messaggio di speranza per il mondo del cinema che, nonostante le restrizioni, può andare avanti. In questi giorni, in un palazzo del 600, ubicato nel centro storico di Lodi, ma anche nelle campagne circostanti, sulle rive dell’Adda, sono in corso le riprese di un film: “The grand bolero” è il titolo provvisorio.

Si tratta dell’opera prima del giovane regista italiano Gabriele Fabbro, 24 anni, che da 5 vive a Los Angeles. Attrice protagonista è Lidia Vitale. Il film - spiega il produttore Fulvio Biavaschi - è la storia di un dramma umano, racconta la vicenda di una restauratrice d’organi che, nonostante il lockdown e la pandemia, che ha colpito per prima Lodi, nel marzo scorso, decide di andare avanti comunque a fare il suo lavoro. Anziché tornare a casa sceglie di rimanere in questo edificio per restaurare l’antico strumento».

La casa produttrice ha scelto il Lodigiano, prima provincia del mondo, dopo la Cina, ad essere attaccata dalla pandemia da covid, come scenario ideale per l’opera prima del giovane regista italiano. Luogo che, nonostante la sofferenza, diventa anche simbolo di resistenza.

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