Storia e romanzo: Franco Forte a caccia dell’uranio di Mussolini

L’INTERVISTA L’ultimo libro dello scrittore lodigiano è un giallo ambientato del Ventennio

Come ha scritto Massimo Carlotto, «È facile, oggi, infilare Mussolini in una storia. È meno facile riuscire a scrivere qualcosa di originale che in qualche modo abbia a che fare con Mussolini e il Ventennio fascista. In questo romanzo gli ingredienti ci sono tutti. Il periodo storico, le ambientazioni, la trama ricca di intrighi e indagini complesse, ma soprattutto due protagonisti ben riusciti, che non si dimenticano tanto facilmente». Con “L’uranio di Mussolini” (Mondadori), il lodigiano Franco Forte, nome note ai lettori del “Cittadino” per la sua rubrica settimanale “Sassi di carta”, in coppia con il siciliano Vincenzo Vizzini, dà vita a una magistrale spy-story in cui storia e fiction si intrecciano splendidamente: la vicenda prende spunto da un fatto reale ma spesso ignorato, ossia la promessa, da parte di Enrico Fermi, di fornire al duce la bomba atomica. «Mi sono posto spessissimo questa domanda: ma se Mussolini avesse davvero avuto la bomba atomica, cosa sarebbe successo? – si chiede Franco Forte -. È un argomento di cui non si parla mai, eppure avrebbe potuto cambiare il corso della storia».

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