I trani e la Lodi che fu

Viaggio amarcord alla riscoperta delle vecchie osterie che popolavano e animavano la città

L’Italia Vùncia, i Tri Scalìn, la Pergula, la Ranetta, le Du Ciav, le 7 Curtélàde, alla Bandiera, da Fancìs, Santa Agnese, San Giacùm, El Bidòn, La Grotta, L’Ustòn de La Gata... Sono i nomi di alcune antiche osterie di Lodi, i trani come si chiamavano una volta, quei locali - veri e propri centri sociali, quasi esclusivamente declinati però al maschile - che brulicavano a Lodi tanti anni fa. Quando al vino erano riconosciute dal popolo, senza andare dal medico condotto, virtù antiossidanti contro l’invecchiamento cutaneo, rimedio naturale contro emorroidi e la fragilità capillare, proprietà astringenti. Trani e osterie, a metà del secolo scorso ce n’erano almeno una cinquantina in città, oggi sono scomparsi. Qualcuno mette il nome di osteria all’insegna del proprio esercizio, ma per raffinatezza. Alcuni sostituiti dai bar-pasticceria, i più raffinati da enoteche, la maggioranza o chiusi definitivamente o sostituiti da anonimi esercizi pubblici che praticano talvolta la tavola calda o fredda dove il mangiare è compianto.

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