Fotografia etica: da Lodi uno sguardo sul mondo VIDEO

Sabato l’apertura di tutte le mostre: un ricco calendario di appuntamenti fino al 25 ottobre

Un Festival “per” la città e “nella” città, uno spazio espositivo che per la prima volta abbraccia anche parchi e giardini pubblici, un filo rosso che collega Lodi e Codogno per non dimenticare i mesi drammatici della pandemia e la concretezza di un territorio nella battaglia contro il virus. C’è tutto questo e molto di più nel programma dell’undicesima edizione del Festival della fotografia etica, la rassegna nata da un’idea del Gruppo fotografico Progetto Immagine per raccontare quello che succede nel mondo e «fuori dalla nostra porta di casa» attraverso il linguaggio della “scrittura con la luce”.

LE MOSTRE E I LUOGHI

L’edizione 2020 si aprirà sabato alle 9.30 con la possibilità di visitare tutte e 22 le mostre in programma (9 a ingresso gratuito e 13 a pagamento). Le esposizioni, firmate da autori di fama internazionale, rimarranno aperte ogni fine settimana (sabato e domenica dalle 9.30 alle 20) fino al 25 ottobre. Gli accessi saranno limitati come da normative anti-contagio: i biglietti (ogni tagliando ha validità giornaliera) si possono acquistare online sul sito www.festivaldellafotografiaetica.it. Agli spazi storici della manifestazione (ex chiesa dell’Angelo in via Fanfulla, Palazzo Barni in corso Vittorio Emanuele e Palazzo Modignani in via XX Settembre), quest’anno si aggiungono diversi luoghi all’aperto che ospiteranno mostre a ingresso gratuito: l’isola Carolina (spazio Terra Madre), i Giardini Barbarossa in via IV Novembre (spazio World Report Award), la piazza della Banca Bipielle (spazio No profit), il chiostro del Museo Gorini (spazio No profit lodigiano) e il cortile del Palazzo della Prefettura in corso Umberto, dove domani, alle ore 16, si terrà l’inaugurazione della mostra “Don’t leave me alone”, firmata da Alessio Romenzi e incentrata sul lavoro di Medici senza frontiere nel Lodigiano. Completano le sedi espositive in città il Palazzo della Provincia in via Fanfulla (spazio Sguardo sul nuovo mondo) e la Banca Centropadana in corso Roma (spazio Premio Voglino).

«Organizzare questo Festival è stata ed è una grandissima sfida- spiega uno dei coordinatori, Aldo Mendichi, durante la conferenza stampa virtuale di presentazione -. Sarebbe stato facile rinunciare in partenza, ma abbiamo voluto dare un segnale di continuità e di ripartenza. Un Festival del genere, a Lodi e provincia, assume un fortissimo significato simbolico». «Abbiamo scelto nuovi spazi per distribuirci ancora più a fondo nella città – aggiunge l’altro responsabile, Alberto Prina -. Porteremo la fotografia nei parchi e nei giardini affinché le immagini possano toccare il cuore di chi passa davanti».

CODOGNO CITTÀ SIMBOLO

Per la prima volta il Festival esce dai confini cittadini. Gli spazi del Comune di Codogno, città simbolo della pandemia in Occidente, ospiteranno la mostra “La vita al tempo del coronavirus”, una raccolta di immagini che partono da esperienze locali e si allargano a tutto il mondo.

LA LETTERA DEL MINISTRO

Infine ieri sono arrivati agli organizzatori gli auguri del ministro della Cultura. Una lettera firmata da Dario Franceschini che si complimenta per lo sforzo prodotto e augura una buona riuscita. Un messaggio che al di la del protocollo e della forma istituzionale è statro sicuramente gradito e di buon auspicio.

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