Un’orma di lupo spunta dal fosso a duecento metri dalle abitazioni di Borghetto

La presenza di questa specie animale non è più limitata alla Bassa e alla collina di San Colombano

Dal fosso in asciutta a 200 metri dalle abitazioni di Borghetto spunta l’impronta di un lupo e nelle vicinanze è stata rinvenuta la carcassa di una nutria eviscerata. Pochi dubbi sui nuovi ritrovamenti, ulteriore elemento di conferma alla presenza del lupo nel Lodigiano, non più solo nella zona di Monticchie a Somaglia o della collina di San Colombano, ma potenzialmente in tutta l’area di pianura tra Adda, Lambro e Po.

L’orma è stata vista nei giorni scorsi, a sud dell’abitato di Borghetto, e sul posto si è recato anche Massimo Provini, ambientalista e Guardia ecologica volontaria del gruppo di Inverno e Monteleone. «Ho fatto visionare l’impronta ad alcuni esperti piemontesi, e anch’essi mi hanno confermato che senza ombra di dubbio si tratta di un lupo - spiega Provini -. È una notizia nuova, ma non è una sorpresa. Ormai gli avvistamenti accertati nel Lodigiano sono stati numerosi, dalla Bassa fin quasi alle porte di Lodi». A spingere i lupi nel Lodigiano è la presenza, aumentata di molto negli ultimi anni, di caprioli, tra le prede preferite. Una volta nell’area, poi, i lupi si cibano anche di nutrie, di cui vi è sovrabbondanza. «Certamente daranno una mano nel contenimento delle nutrie, ed è una buona notizia il ritorno della fauna selvatica - continua Provini -. Del resto, attorno a Borghetto ci sono anche tantissimi caprioli, avvistati più e più volte. Non c’è nulla da temere nel ritorno degli animali selvatici, solo bisogna fare più attenzione e guidare, soprattutto di notte, con maggiore prudenza». Quest’ultimo episodio va di pari passo con gli avvistamenti e i ritrovamenti di carcasse di animali selvatici, orme e fatte in diverse località del Lodigiano. La zona dove più spesso sono stati avvistati è la bassa, tra San Fiorano, Fombio e Somaglia, soprattutto nell’oasi delle Monticchie, con immagini inequivocabili, e poi in collina a San Colombano, e nella zona tra San Martino, Mairago e Massalengo. Con ogni probabilità si tratta di animali diversi, anche se non si può escludere che, almeno per le aree omogenee, in realtà si tratti dello stesso o degli stessi esemplari.

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