Una squadra di imbianchini speciale

I profughi ritinteggiano gli uffici comunali

«Stiamo lavorando volentieri, questo ci aiuta ad apprendere in fretta l’italiano ed anche le basi di alcuni mestieri. Le nostre speranze sono quelle di poter trovare un posto di lavoro, in qualsiasi settore». A parlare (a nome di molti suoi coetanei) è Junaid Nadee, 19 anni, originario del Pakistan, trasferitosi in Libia dove per sette anni è stato impiegato in una ditta di import-export. Adesso Junaid è in Italia, fa parte del gruppo di 39 profughi ospitati presso il Laus Residence di viale Europa; è coinvolto, insieme ad altri compagni, nel progetto di lavori socialmente utili avviato sul territorio grazie alla convenzione stipulata dall’amministrazione comunale con l’Auser di Lodi Vecchio e l’Auser provinciale.

Da due mesi, infatti, gli extracomunitari stanno dando prova di impegno, laboriosità ed efficienza. Da quando hanno iniziato a pulire la città e a rendersi utili, i ragazzi fanno qualcosa che li impegna quotidianamente e offrono un servizio prezioso alla comunità a costo praticamente nullo. Hanno cominciato con la raccolta rifiuti e la pulizia di alcune zone della città, passando poi a spalare la neve a seguito dell’importante nevicata del mese di febbraio. Il piazzale antistante l’ingresso delle scuole medie “Gramsci” è stato completamente liberato dal fogliame che rendeva il percorso degli studenti difficoltoso; sono intervenuti pure all’asilo statale per sistemare il giardino e, anche lì, hanno raccolto le foglie riempiendo una trentina di sacchi. Infine, in queste settimane, stanno imbiancando gli uffici comunali che da anni ne avevano bisogno.

Il tutto con notevole risparmio di tempo e denaro per il Comune. «Inizialmente - spiega Simone Portincasa, operatore di Arca Servizi, che sta coordinando i profughi nei lavori di tinteggiatura presso gli uffici comunali - ai ragazzi abbiamo spiegato il da farsi; hanno subito capito e non c’è mai stato alcun problema. Mostrano buona volontà e sono davvero capaci nel loro mestiere». La “squadra” di imbianchini è composta da Arif, pakistano di 32 anni, da Adama, 22 anni, arriva dal Mali; c’è Manuel, 32 anni del Ghana e Pollash, 25 anni del Bangladesh. Hanno tutti alle spalle esperienze lavorative: c’è chi era pescatore, contadino, muratore, operatore di gru.

Al Laus Residence c’è una bacheca dove è affisso un foglio con i turni di lavoro dei profughi. A gruppi di quattro, alla settimana sono venti i ragazzi impegnati a collaborare con l’amministrazione. I restanti verranno a breve coinvolti in altri progetti, si spera anche in altri Comuni.

Intanto alla Cooperativa sociale Isis di Lodi Vecchio, in collaborazione con la Scuola Media Don Milani di Lodi, nell’ambito del progetto di accoglienza ai cittadini extracomunitari appartenenti ai paesi del Nord Africa ospitati presso il residence ludevegino, è stato attivato un corso di alfabetizzazione per l’acquisizione delle strumentalità di base necessarie all’apprendimento della lettura e della scrittura della lingua italiana. L’obiettivo è quello di favorire l’integrazione dei corsisti nella realtà italiana, cercando di aiutarli a formulare e a concretizzare i loro progetti di vita, anche in vista di un adeguato inserimento nel mondo del lavoro. Alla fine del corso è prevista la certificazione del livello di competenza acquisito, valida anche per il rilascio del permesso di soggiorno di lunga durata.

Sanna Jammeh, 26 anni, del Ghana, è elettricista, trascorre le sue mattinate a girare a piedi ed in bicicletta i paesi limitrofi per trovare un’occupazione «Forse mi chiameranno per lavorare in una stalla di mucche a Borgo San Giovanni. Non vedo l’ora». Seth, 35 anni, è nato in Costa d’Avorio, parla inglese, ha lavorato come saldatore per un’azienda cinese in Libia: «Il futuro? Sono fiducioso, abbiamo voglia di lavorare».

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