Una petizione per il “salvavita”

L’Unione consumatori in campo al fianco di Raffaella

Una petizione per rilanciare a livello nazionale la battaglia di Raffaella contro il pagamento dei farmaci salvavita, una battaglia partita da San Colombano e arrivata anche in televisione alla trasmissione “Mi manda RaiTre” di giovedì sera: Raffaella Malchiodi incontrerà il 21 a Roma i vertici dell’Unione nazionale consumatori per mettere a punto la strategia più efficace per dare seguito alla sua denuncia. Il problema sollevato dalla 33enne banina, in cura oncologica dopo un tumore al seno operato con successo in estate, è stato già ripreso e amplificato da associazioni di malati e gruppi per i diritti dei consumatori. Tutto ha avuto inizio per Raffaella ai primi di novembre, quando ha cominciato a dover pagare per avere il Tamoxifene, un recettore ormonale antiestrogene essenziale nella terapia antitumorale. Esaurito a settembre il fondo regionale per il rimborso del farmaco, da alcune settimane è richiesta una compartecipazione alla spesa da parte del paziente, anche con esenzione totale oncologica.

Il costo è tra i 3 e i 5 euro a seconda della Regione per il farmaco generico. «Ma non è questione di soldi - spiega ancora una volta Raffaella Malchiodi -. Quando sei malato e più fragile, ti aspetti che lo Stato ti aiuti e supporti, e non che invece ti chieda pure di pagare per un farmaco salvavita». Da qui ha preso il via la sua battaglia, fatta di posta elettronica e telefonate a giornali, televisioni, associazioni di malati, gruppi di consumatori, enti e istituzioni. Tutto perché si torni a considerare il malato, almeno quello con patologie gravi, come una persona con un diritto insopprimibile a curarsi. Da qui ha preso il via la campagna “No alla compartecipazione del pagamento dei farmaci salvavita” di Raffaella. «Ho cercato di creare una rete di contatti in grado di supportarmi in questa battaglia, ho ricevuto tanti consensi e tanti incoraggiamenti, e con qualcuno lavorerò in concreto per cercare di vincerla - spiega Raffaella -. Il 21 novembre sarò a Roma all’Unione nazionale consumatori per definire insieme la strategia migliore per raggiungere il risultato». Con ogni probabilità Raffaella sarà prima firmataria di una petizione da inoltrare alle istituzioni perché si torni alla gratuità dei farmaci salvavita. In questa lotta, alcune associazioni hanno già preso le sue parti con decisione rilanciando la denuncia a livello nazionale.

«È assurdo che donne con problemi di tumore al seno, con esenzione totale 048, si sentano richiedere in farmacia il pagamento del ticket sul farmaco Tamoxifene, prescritto come indispensabile dagli oncologi - commenta Corrado Stillo dell’Associazione Dossetti -. Un ticket odioso ed ingiusto, che mortifica la dignità della persona. Chiediamo alle autorità competenti di realizzare una vera politica del trattamento dei malati oncologici, mirando ai veri sprechi e togliendo ticket ingiusti».

Andrea Bagatta

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