SANT’ANGELO Un 27enne finisce sotto processo: aveva in casa 14 botti illegali

Dopo numerose esplosioni pericolose era stato individuato dai carabinieri

È finito sotto processo a Lodi accusato di fabbricazione o commercio abusivo di materiali esplodenti A.P., il 27enne nativo di Milano che alla fine di novembre del 2018 era stato individuato dai carabinieri di Sant’Angelo Lodigiano come uno dei presunti “fornitori” dei botti illegali che da diverse settimane facevano danni e svegliavano di soprassalto tanti barasini. Il giovane ha nominato un avvocato di fiducia, della Calabria, e ha impugnato il decreto penale di condanna che era stato disposto dalla Procura, e invece di pagare un’ammenda salata ha deciso di difendersi in aula dove alla prossima udienza, in aprile, porterà anche una giovane come testimone a propria difesa.

Dopo tante segnalazioni di esplosioni fastidiose e anche pericolose in tutta Sant’Angelo, il comandante della stazione dei carabinieri luogotenente Gaetano Carlino aveva raccolto personalmente indicazioni in base alle quali il giovane, già noto ai militari per altre vicende, sarebbe stato uno dei punti di riferimento per i ragazzini che volevano comperare petardi “più forti” di quelli in libero commercio. E così, quando i sospetti si erano fatti sufficientemente forti, i militari si erano presentati all’abitazione del giovane e ben presto avevano trovato quattordici “cipolle”, involucri di carta e cartoncino riempiti ciascuno con oltre 70 grammi di polvere nera e del peso complessivo di un etto e mezzo.

Petardi di fabbricazione artigianale e clandestina, senza alcuna etichettatura né classificazione. Erano stati allertati anche gli artificieri dell’Arma, che avevano fatto una prova di esplosione in una cava della zona, circondando uno dei “botti” con dei mattoni, per motivi di sicurezza e filmando il tutto, ai fini di prova: l’effetto dello scoppio è stato definito «devastante».

L’imputato rischia una condanna fino a sei mesi di arresto. Il quantitativo di polvere contenuto nelle “cipolle” sequestrate è paragonabile al peso dell’esplosivo utilizzato nelle bombe a mano.

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