SANT’ANGELO La Protec va in liquidazione, 30 dipendenti lasciati a casa

L’azienda di proprietà di un gruppo bergamasco chiude i battenti

La Protec di Sant’Angelo va in liquidazione, 30 dipendenti a casa. La procedura di licenziamento collettivo per chiusura del sito produttivo (consentita dalla normativa nonostante il blocco licenziamenti per l’emergenza) sarà aperta il 5 novembre. La conferma è arrivata al sindacato ieri sera.

La notizia è arrivata anche per i lavoratori come un fulmine a ciel sereno. La ditta, che produce sistemi di flussaggio per l’industria Oil & gas, aveva aperto una cassa integrazione Covid ad aprile, poi in estate la forza lavoro era rientrata in fabbrica, quindi a settembre era stata aperta una nuova cassa integrazione Covid. «Il lavoro non è al 100 per cento, ma le produzioni ci sono, e in questo periodo stanno entrano anche nuovi ordini di una certa consistenza, tutti da chiudere entro la fine dell’anno», dicono i lavoratori.

A inizio settimana si era tenuto un incontro che era stato richiesto dalla Fiom Cgil per alcuni problemi interni, ma nel corso della riunione è uscita la doccia fredda: «L’azienda va in liquidazione, il 5 novembre si apre la procedura di licenziamento». Tre giorni per capire se la decisione fosse irrevocabile o meno, poi ieri sera la conferma e la rottura degli indugi da parte di lavoratori e sindacato: «Abbiamo appreso la notizia con stupore, e abbiamo messo subito sul tavolo la disponibilità a trattare un contratto di solidarietà per dilazionare nel tempo gli effetti della chiusura e capire se ci fosse margine per rientrare dalla decisione, anche alla luce dei nuovi ordini in arrivo - spiega Massimiliano Preti, segretario della Fiom Cgil -. Invece dalla proprietà e da Confindustria Bergamo che li segue c’è stata una chiusura netta. Abbiamo chiesto un incontro urgente al sindaco e all’assessore ai servizi sociali, e contatteremo presto il presidente della Provincia, i consiglieri e l’assessore regionale, i parlamentari lodigiani. Se questa è l’avvisaglia di quanto ci aspetta quando sarà tolto il blocco dei licenziamenti siamo messi male». La vicenda però sembra del tutto slegata dall’emergenza Covid.

La fabbrica era nata nel 1989 alla Muzza di Cornegliano e si era trasferita 15 anni fa circa in località Malpensata. Dal 2015 i soci storici cedettero la società al gruppo bergamasco Lvf, che produce valvole per il settore Oil & gas. La società è controllata al 100 per cento dalla famiglia Belotti.

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