Profughi dall’Ucraina; primo accordo della Prefettura con due comuni

Sono Lodi Vecchio e Corno Giovine, rifugiati dalla guerra in Europa già a quota 362 nel Lodigiano

Accordo della Prefettura con i Comuni di Lodi Vecchio e Corno Giovine, che mettono a disposizione due alloggi ciascuno per l’accoglienza ai profughi ucraini in fuga dalla guerra. Due famiglie già ospitate, una a Lodi Vecchio con quattro persone e una a Corno Giovine con tre persone, le altre due lo saranno nei prossimi giorni. L’accordo è stato sottoscritto ieri in Prefettura, a gestire i servizi d’accoglienza sarà l’Azienda Consortile dei Servizi Sociali. E per il futuro Massalengo ha già dato disponibilità per un alloggio, mentre la manifestazioni d’interesse della Prefettura per l’apertura di nuovi centri straordinari d’accoglienza ha raccolto un’adesione. «Al momento l’accoglienza rimane soprattutto affidata alla rete del privato sociale e alla rete parentale dei profughi – ha spiegato il prefetto Giuseppe Montella -. Tuttavia, questa intesa ci permette di ampliare la disponibilità di posti, regolamentandone le condizioni e il percorso di integrazione. Il modello è quello già messo in campo per l’accoglienza ai profughi afgani, con due modifiche alla convenzione: non saranno portate ai profughi derrate alimentari, ma sarà loro assegnato un buono spesa, e il servizio notturno di assistenza sarà dato in reperibilità, e non in presenza».

Intanto, gli sfollati dalla guerra Russia - Ucraina sono arrivati a quota 362 in provincia di Lodi, di cui 345 ospitati in famiglie private, 10 ospitati al Cas della Caritas di Lodi, 7 nei due alloggi di Lodi Vecchio e Corno Giovine. Sono i dati aggiornati a ieri, comunicati dal prefetto Giuseppe Montella in occasione della firma dell’accordo con cui i comuni hanno messo gli alloggi a disposizione del sistema d’accoglienza. «Per il momento il flusso in arrivo nella provincia di Lodi è ancora contenuto, e quasi tutto rivolto alla rete d’accoglienza privata – ha detto il prefetto Giuseppe Montella -. Per ora siamo tra le province con il minor numero di profughi. La maggior parte degli arrivi è su Milano: se il flusso continuerà in questo modo, è possibile che si decida una ripartizione tra i diversi territori, ed è per questo che cerchiamo di farci trovare pronti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA