«Per salvarla ho strappato la portiera»

Il racconto del camionista “eroe” dello schianto sulla 235

«Ho dovuto strappare la portiera dell’auto per tirare fuori la donna, tanto la carrozzeria era accartocciata su se stessa»: parla così Giancarlo Sanzani, il camionista eroe che venerdì mattina scorso per primo ha aiutato le vittime del terribile schianto sulla ex statale 235 tra Sant’Angelo e Villanterio. Giancarlo Sanzani abita a Vittadone, frazione di Casale, dal 2002 ma è originario di Agnadello. Lavora per una ditta di autotrasporti di Dovera, la Nosari Gatti Eredi, e venerdì mattina stava transitando sulla ex statale 235 in direzione di Sant’Angelo perché con il suo camion era diretto a Caselle Lurani.

Improvvisamente, alle 7,30, ha visto come un bagliore di fronte a sé e poi subito il fumo: era lo scontro delle lamiere e lo schianto tra la Toyota Yaris e la Mercedes, l’incidente frontale in cui hanno perso la vita entrambi i conducenti. Ferita gravemente la donna passeggero della Toyota Yaris, S.G. di Pavia, soccorsa appunto da Giancarlo Sanzani.

«Sono subito accorso e ho capito che la situazione era gravissima - racconta Sanzani -. Mi sono avvicinato alla Yaris e ho cercato di aiutare la donna, ma la carrozzeria era completamente accartocciata. Così ho fatto forza e ho praticamente divelto la portiera, già tutta distrutta. A quel punto ho aiutato la signora a uscire dalla vettura. Ho visto che la donna era conciata male e l’ho aiutata a spostarsi di qualche metro».

Le condizioni dell’uomo al volante invece sono apparse subito disperate, ed estrarlo dall’auto era impossibile. «Era un uomo grande, ed era incastrato nell’auto, vivo ma in condizioni davvero disperate - continua Giancarlo -. Inoltre, temevo che da un momento all’altro potesse esserci un incendio perché c’era tantissimo fumo. La donna continuava a dire che era stata colpa della Mercedes, per un sorpasso, ma quando sono corso all’altra auto il conducente era già morto e ho avuto la netta sensazione che avesse avuto un malore già prima».

Poi è arrivato un altro uomo a dare una mano, un medico o un infermiere, Giancarlo non ricorda bene che cosa gli ha detto in quei momenti concitati. «Insieme abbiamo atteso i soccorsi, che sono arrivati abbastanza in fretta - continua Giancarlo -. Hanno lavorato un po’ per estrarre l’uomo della Yaris, poi sono riusciti ad adagiarlo a terra e hanno cominciato con le pratiche di rianimazione e con un defibrillatore, ma si capiva che c’era poco da fare e che era in condizioni disperate. Infatti dopo un quarto d’ora circa è morto».

Ma in quel momento Giancarlo era già arretrato, si era allontanato dalla scena della tragedia di qualche metro, sufficiente però a farlo tornare spettatore, lui che nei primi momenti è stato protagonista diretto.

«Ho aspettato come tutti gli altri, che la strada fosse liberata - conclude Giancarlo -. Poi me ne sono andato al lavoro».

Parla il camionista di Vittadone che ha salvato la donna rimasta coinvolta nel grave incidente di venerdì sulla 235: «Per estrarla - racconta Giancarlo Sanzani al «Cittadino» - ho dovuto strappare la portiera della sua macchina».

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