Per protesta in cima a un silos

Clamorosa protesta ieri mattina di alcuni operai egiziani all’interno della Pregis di Ossago. All’alba, infatti, hanno scavalcato la recinzione esterna e sono saliti in cima a un silos alto circa 14 metri. All’inizio si è pensato a un tentativo di suicidio, ma poi si è capito che le loro intenzioni erano ben diverse e che volevano “solo” attirare l’attenzione per far sapere a tutti che la loro cooperativa non li aveva ancora pagati per lavori svolti nel 2011. L’arretrato, pare, si aggira sui seimila euro complessivi. Nel frattempo, comunque, i due (di 34 e 32 anni) si sono licenziati.

Il fatto è avvenuto intorno alle 5. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e l’ambulanza del “118”, mentre i vigili del fuoco hanno posizionato il telo gonfiabile alla base del silos. Nessuno invece è salito fin lassù per convincerli a scendere. L’allarme è cessato solo dopo le otto, quando la protesta si è conclusa e i due operai, una volta tornati a terra, sono stati accompagnati in caserma dai carabinieri.

«Sono due ex dipendenti della cooperativa Andromeda, a cui la società Cotra Group che gestisce la logistica alla Pregis con un regolare contratto si rivolge per chiedere personale per lavori di facchinaggio - spiega il proprietario Sergio Folli -. Pare che chiedessero il pagamento per un lavoro svolto lo scorso anno. Invece di discutere, però, sono entrati in una proprietà, commettendo un reato, e hanno fatto questa azione dimostrativa. Ora stiamo valutando se procedere contro di loro con una querela, anche perché la Pregis non c’entra nulla con la loro protesta». La produzione nello stabilimento, invece, non si è mai interrotta.

Ieri mattina, comunque, i due egiziani non erano soli. Con loro c’erano altri tre amici, che però sono rimasti a terra mentre gli altri si arrampicavano sul silos, che si trova all’esterno dell’area di produzione, utilizzando la scala di sicurezza. A quell’ora alla Pregis, dove vengono prodotte materie plastiche da imballaggio (la ditta è stata da poco acquisita dalla Airpack, la società creata da un gruppo di finanziatori lodigiani con partner industriali e l’adesione dei lavoratori per rilevare e salvare lo stabilimento di Ossago), e c’erano già degli operai al lavoro oltre al custode. Nessuno li ha visti arrivare, ma poi loro stessi hanno attirato l’attenzione e così è partito l’allarme.

«So che si erano già rivolti ai carabinieri per gli arretrati reclamati, e a loro volta i militari avevano chiesto alla coop Andromeda e alla società Cotra Group i documenti per accertare se quanto dichiarato dagli operai fosse vero» aggiunge Sergio Folli, anch’egli sul posto ieri mattina. Ma alla fine, stanchi di aspettare, hanno deciso che forse era meglio cercare di far valere i propri diritti con un’azione eclatante. Ora rischiano anche di rimediare una denuncia.

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