Maxi deposito gas: «Serve referendum»

È considerato il più grande impianto per lo stoccaggio di gas naturale in Italia. E il progetto vale una cifra di capogiro, ovvero circa 1,2 miliardi di euro. Da qualche giorno, finanziato anche da un colosso della finanza mondiale del calibro di Morgan Stanley, come anticipato dalle indiscrezioni dei quotidiani finanziari e riportato anche da “Il Cittadino”. Strada spianata per i cantieri dello stoccaggio di gas di Cornegliano, a Cascina Sesmones. Ma Bruxelles frena, ricordando che bisogna consultare la popolazione.

Titolare della concessione Ital Gas Storage, società del Gruppo Whysol Gas Storage Holding, in cui oggi entra Sandstone Holding, che fa capo al gestore di fondi infrastrutturali Morgan Stanly Infrastructure II. Un’operazione autorizzata preventivamente dal Governo, in due passaggi. Il primo, il 30 giugno scorso, quando il Consiglio dei ministri ha scelto di non esercitare i poteri speciali in relazione alla riorganizzazione societaria di Ital Gas Storage, perché «l’attività di stoccaggio rimane comunque regolata da precise norme comunitarie, indipendentemente dalla composizione della società». Il secondo passaggio, nel Consiglio dei ministri del 6 agosto, quando è arrivato il via libera all’operazione di aumento di capitale e acquisto da parte di un soggetto estraneo all’Ue.

Intanto il M5S e il Comitato Ambiente e Salute nel Lodigiano incassano una “vittoria” europea, con la risposta arrivata all’interrogazione presentata a Bruxelles. «La commissione - si legge in un comunicato congiunto - ribadisce che l’impianto rientra nel campo di applicazione della direttiva Seveso-III e che deve essere obbligatoriamente previsto il piano di emergenza esterno e la popolazione consultata».

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