Massalengo, scintille in comune

Ci sono tanti, gravi e ben documentati motivi e i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale». A chiederlo, in una lunga lettera al prefetto, il consigliere di opposizione del Movimento per l’Italia, Massimiliano Capuano. La “goccia” che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ultima seduta di consiglio e l’approvazione di alcune delibere, ora “incriminate”. Tra gli atti, anche l’alienazione di un terreno pubblico (poco più di 2500 metri quadrati da mettere all’asta per un valore non inferiore ai 435 mila euro e già ribassato del 12 per cento per la crisi del mercato), di cui il consigliere comunale aveva chiesto il ritiro. «E questo perché quell’area semplicemente non può essere venduta - ha spiegato il consigliere Capuano - : nella proposta di delibera, in cui tra l’altro si cita con un’ubicazione sbagliata, si parla di assenza di vincoli. Questa circostanza è inesatta: nel Piano di governo del territorio è inserita tra i terreni da dare in perequazione per gli espropri della tangenziale. Quindi un vincolo c’è e l’area non è alienabile. L’approvazione di quell’atto potrebbe portare al comune i ricorsi dei privati e quindi creare un danno economico». Contestata anche la modifica del piano triennale delle opere pubbliche, in cui è stata inserita la realizzazione di un nuovo ambulatorio medico a Motta Vigana (inserito già in precedenza, poi stralciato e ora ricomparso) per una somma vicina all’incasso dell’alienazione. «Il consiglio ha violato le leggi vigenti perché si è espresso in modo contrario rispetto a quanto già previsto nel Pgt - ha aggiunto Capuano - : sull’immobile della Motta sono state poi inserite cifre sommarie, da cui mancano i costi dei progettisti, contravvenendo a quanto prevedono le normative. La spesa è poi coperta dall’alienazione del terreno che, a mio avviso, è nulla. Di conseguenza anche la variazione al piano deve essere considerata nulla». A cascata, gli effetti si farebbero sentire anche sugli equilibri di bilancio, «che andrebbero riapprovati - ha specificato il consigliere - , ma i termini sono scaduti». Da qui, la necessità di rivolgersi al prefetto «a cui chiedo di intervenire per riportare ordine e legalità al consiglio - ha attaccato il consiglio - : a mio avviso ci sono i presupposti per lo scioglimento del consiglio per gravi e continue violazioni di legge. Le mie motivazioni vanno oltre la contrapposizione politica. Il Comune si trova in una situazione anomala, in cui peraltro il segretario comunale si è sostituito all’organo politico. Dopo segnalazioni agli uffici e agli amministratori, puntualmente inascoltate, ci siamo dovuti rivolgere anche alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per altri progetti che, a nostro avviso, non rispettano i requisiti di legge». Tra le operazioni contestate, l’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto del municipio per cui la minoranza ha steso un esposto alla Procura «perché i lavori sono stati affidati ad un costo eccessivo rispetto al costo di mercato». Il sindaco Domenico Papagni ha fatto sapere che replicherà nelle sedi opportune.

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