L’omicidio di Massalengo, chi è l’indiziato: «Non è cattivo ma la cascina era tutto il suo mondo»

Parla chi conosceva il 60enne di Lodi finito in carcere: «Era tranquillo, quanto sarebbe accaduto è incredibile»

«Non era una persona irosa o cattiva. Di poche parole, semplice, un po’ chiuso. Ma che possa aver fatto una cosa così.....». È quanto tutti dicono di Francesco Vailati, l’agricoltore di 60anni di Lodi indiziato di aver ucciso con numerose coltellate nel pomeriggio di giovedì scorso pomeriggio il commercialista di 75 anni Antonio Novati di Vizzolo, con studio a Melegnano, che gli aveva appena notificato che doveva liberare al più presto la sua casa, venduta all’asta per ordine del tribunale di Lodi. Una casa che era l’immobile “padronale” della cascina (risalente a un primo insediamento del 15esimo secolo) e nella quale il 60enne era cresciuto con il papà e le sorelle. Mancati il padre oltre una ventina di anni fa e, da una dozzina, anche la madre, Vailati ha dato a qualcuno l’impressione di non essere mai riuscito a vincere le sfide del cambiamento, che non risparmiano neppure chi da generazioni riusciva a vivere dei suoi campi.

La porzione di cascina e i terreni erano partiti nel 2019 da una base d’asta di 550mila euro ed era scesa a febbraio 2023, quando è stata aggiudicata a un compratore, a 174mila. Oltre a perdere tutte le sue proprietà, Vailati rischiava poi di portarsi dietro anche un residuo di debito e, di fatto, anche le ingenti spese della procedura di asta giudiziaria. Eppure era un uomo che non sembrava avere vizi o passione per il lusso. L’unico se l’era preso una decina di anni fa, quando per poco più di un mese l’avevano visto andare in giro con un’auto Jaguar. Oggi l’interrogatorio del Gip per valutare la convalida del fermo per omicidio volontario, l’indiziato non appare intenzionato a dichiararsi colpevole: secondo lui le cose sarebbero andate diversamente.

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