La Provincia frena sull’impianto rifiuti

Smentite da palazzo San Cristoforo: «Non c’è nessun progetto»

Un impianto di stoccaggio con smaltimento di oli e batterie, recupero di parti meccaniche di automobili, ma anche trattamento di filtri e di gomme usate. Che, a pieno regime nel nuovo stabilimento di Villanova del Sillaro, potrebbe dare lavoro ad almeno dieci dipendenti in più oltre ai 23 già impiegati al momento. Parola di Michele Carbotta, fondatore e titolare della Lodigiana Recuperi che dal 1974, a Corte Palasio, si occupa di raccolta e trattamento di rifiuti. E che, per il prossimo futuro, ha in programma un trasloco importante, con annesso ampliamento dell'attività. La richiesta pesa su alcuni terreni in località Cascina Postino, a pochi passi dal già contestato insediamento dell’Af Logistics di Antonio Ferrari.

Un investimento di poco inferiore ai 6 milioni di euro che, in un primo momento, dovrebbe coinvolgere una porzione di terreno di circa 6mila metri quadrati, dove iniziare ad allestire l’attività, in cui lavorano anche i tre figli di Carbotta, Tino, Mario e Enrico. «È un investimento molto importante per la nostra attività - spiega il titolare Carbotta - , che è autorizzata dalla Regione e dalla Provincia. Vorrei ricordare che ogni cinque anni dal momento dell’apertura, ci siamo sottoposti con successo ai controlli della Regione per il rinnovo dell'autorizzazione e non abbiamo mai avuto problemi. La nostra è un’attività sicura ed è ben conosciuta dalle istituzioni del Lodigiano».

La Lodigiana Recuperi opera su mandato di diversi enti, tra cui il Consorzio obbligatorio degli oli usati, il Cobat (Consorzio obbligatorio per batterie al piombo usate e per i rifiuti piombosi) e il Conoe, che ha la funzione di assicurare su tutto il territorio nazionale il trasporto, lo stoccaggio e il trattamento della filiera oli e grassi esausti. Al momento non è stato presentato alcun progetto che è ancora al vaglio dei tecnici. L’imprenditore, dal canto suo, è pronto all’acquisto di una porzione di terreno pari a 20mila metri quadrati, in cui il primo insediamento ne coprirà però solo 6mila.

Nei giorni scorsi era stato l’assessore alla pianificazione urbanistica Nancy Capezzera a confermare i contatti con la società e i tavoli tra tecnici per arrivare al trasloco. Ieri, però, palazzo San Cristoforo è intervenuto con una nota ufficiale a nome di tutta l’amministrazione provinciale sulla vicenda e in cui parla «di indiscrezioni non confermate» e sottolinea di «non aver ricevuto alcun progetto a riguardo come di non aver dato alcun parere favorevole allo spostamento». «Di cui si parla da circa due anni - precisano da via Fanfulla - ma che fino ad oggi non ha portato a nulla di concreto, ma solo a semplici ipotesi che, in ogni caso, dovranno passare da rigide valutazioni fatte dai tecnici della Provincia e dagli enti interessati, fra i quali il Comune di Villanova».

Sulle carte, aggiungono, «nessun iter è stato avviato» per «un’attività produttiva che non è un nuovo sito per il territorio lodigiano» e si occupa di «un recupero di alcuni materiali da riutilizzare avviandoli ad operazioni di riciclaggio».

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