Il vescovo a Ossago prega per tutti i malati e le vittime Covid

Nella Messa alla Mater Amabilis monsignor Malvestiti ha richiamato l’importanza del Santo Rosario in questi momenti di difficoltà

«Con questa dolce catena che ci riannoda a Dio, chiediamo a Maria consolazione, incoraggiamento e luce: il Rosario è questo, è un dono che parte dalla liturgia e ci riporta alla liturgia», ha detto il vescovo Maurizio ieri pomeriggio, celebrando la Santa Messa al santuario Mater Amabilis di Ossago. Una Messa nel giorno della memoria liturgica della Madonna del Rosario, una Messa dedicata al ricordo di tutti i malati in un momento in cui l’aumento dei contagi fa temere il ritorno drammatico della pandemia. Per questo il vescovo ha richiamato l’importanza del Rosario, «una preghiera che è intuizione provvidenziale, una preghiera grande nella Chiesa perché in essa è presente Cristo, è presente la Chiesa, ed è sempre presente Maria, dal primo mistero, l’Annunciazione, fino al compimento, la Pentecoste».

In ogni Ave Maria recitata col Rosario, la supplica a Maria perché preghi per noi «ora e nell’ora della nostra morte»: «Mi vengono in mente tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle che ci hanno lasciato nei giorni della pandemia, senza che potessimo dare loro l’estremo saluto: nell’ora della prova non erano soli, li accompagnavano le nostre preghiere, e li accompagnava la presenza di Maria».

Anche nei misteri del Rosario, Maria accompagna a Cristo, «affinché Lui ci assimili a sé, e vinca in noi il male, la concupiscenza della mente, degli occhi e del cuore, e ci ottenga libertà da ogni male del corpo e dell’anima».

Questa richiesta ha elevato il vescovo alla Madonna del Rosario: «Di liberarci dai mali sociali, da quelli fisici, spirituali e materiali, così la dolce catena diventa la catena della santità, e ci porta a Lui che è il giorno, tramite l’aurora che è Maria. Affinché nelle notti del peccato sentiamo l’anelito a chiedere perdono a Dio, e soprattutto nelle notti del dolore e nell’ora della nostra morte ci sia la luce che testimoni che anche la croce è amore che illumina con la fede, la speranza e la carità. La gioia e persino il dolore diventano così una luce che ci conduce alla gloria». Così, nella prima Messa mensile al santuario dedicata ai malati, che ha condiviso con il parroco don Alessandro Lanzani e con il vicario foraneo don Angelo Dragoni, il sindaco e il comandante dei Carabinieri, il vescovo Maurizio ha ricordato che Maria è «salute dei malati», come recitano le Litanie Lauretane: «Ricordiamo tutte le vittime della pandemia chiedendo per loro il suffragio, ricordiamo tutti i guariti perché progrediscano in salute e fedeltà cristiana facendo tesoro di questa terribile esperienza di vita. Ricordiamo infine uno ad uno i malati, i familiari, quanti li assistono nel corpo e nello spirito, come il personale sanitario, sacerdoti e i cappellani degli ospedali e delle case per anziani».

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