Cinque lodigiani nell’orrore del Burkina

L’aereo stava rullando per la fase di atterraggio. L’Air France partito da Parigi planava sopra l’aeroporto di Ouagadougou, già ferita a morte dagli attentati firmati da Al-Qaeda.

È stato dirottato in extremis verso il Niger, a Niamey, lontano quanto possibile dall’orrore. A bordo quattro lodigiani, impegnati nell’associazione santangiolina Africa Chiama e in viaggio verso la missione a 100 chilometri dalla capitale. Ci sono arrivati solo sabato sera, poco dopo le 21, dopo ore di paura e di attesa, a stretto contatto con la furia terroristica che si è accanita contro gli hotel Splendid Yibi e il ristorante Le Cappuccino, di proprietà di un italiano.

E in cui, secondo le notizie dell’ultima ora, potrebbe aver perso la vita anche il figlio di soli nove anni dell’imprenditore. Nella delegazione, il presidente dell’associazione Africa Chiama Gaetano Meazza, conosciuto come Tanino, Colomba Mor di Salerano sul Lambro, Eugenio Altrocchi, originario di Sant’Angelo, oggi residente a Lodi, accompagnati dal parroco di Marudo, don Carlo Granata.

La delegazione era partita venerdì, il 15 gennaio. Prima tappa, da Milano Malpensa a Parigi. Seconda tappa, quella verso l’Africa con volo diretto a Ouagadougou. Su quell’aereo doveva esserci anche Simona Malattia, volontaria santangiolina da anni impegnata nel sodalizio, che solo all’ultimo ha scelto di non partire per qualche disturbo fisico. «Quando ho sentito alla tv che un volo Air France era stato dirottato verso il Niger mentre stava atterrando a Ouagadougou, ho guardato subito l’ora e ho capito che su quel volo c’erano i nostri – racconta - : il viaggio era programmato da tempo. Ogni anno, in questo periodo, andiamo in Africa nella missioni che sosteniamo da sempre. Ma quest’anno era stato già rimandato per qualche timore dovuta all’instabilità politica».

Poi con l’elezione del nuovo presidente, i volontari avevano deciso che il viaggio poteva essere concretizzato e hanno organizzato il tutto per fermarsi nel Paese dal 15 gennaio al 4 febbraio. L’arrivo dunque nel giorno dell’attentato - in cui avrebbero perso la vita almeno 27 persone, rivendicato da Al Qaeda – poi lo sbarco a Niamey in Niger e il successivo trasferimento a Lomé in Togo. Qui il gruppetto ha dovuto fermarsi per il pernottamento per motivi di sicurezza, nella notte tra venerdì e sabato.

Il ritorno in Burkina, per raggiungere la missione è stato organizzato nella giornata di sabato, sempre per via aerea.

«Fortunatamente sono riuscita a sentire via messaggi don Carlo, so che stanno tutti bene – assicura Simona Malattia – e che da ieri sera sono al sicuro nella missione, che è comunque a circa 100 chilometri dalla capitale. E’ stato un grande spavento, ma sono stati fortunati». In Burkina c’è anche il santangiolino Pietro Bozzini, partito in anticipo, il dieci gennaio, che avrebbe accolto la comitiva all’arrivo nel Paese.

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