«Chiudete in fretta il Basso Lambro»

La richiesta della Provincia di Lodi: «Distribuite le riserve ai soci»

«Chiudete il prima possibile il consorzio Basso Lambro Impianti e distribuite il suo capitale ai soci». È la richiesta arrivata dalla Provincia di Lodi, che lunedì pomeriggio con il suo delegato Mirko Villa ha partecipato all’assemblea ordinaria dell’ormai ex storico consorzio, un tempo istituzione all’avanguardia nella difesa dell’ambiente e nella depurazione delle acque e oggi ridotto a una scatola semivuota. Scatola che, comunque, nel 2010 è costata 60mila euro solo per gli amministratori e il collegio sindacale. La spesa per gli amministratori è stata di 39.928 euro, quella per il collegio sindacale invece di 20.040. Spetterà ora proprio agli amministratori (il presidente Giuseppe Rognoni, il vicepresidente Lorenzo Mondini e i consiglieri Bruno Bottoni, Francesco De Angeli e Stefano De Vecchi) accompagnare il Basso Lambro Impianti verso la sua fine, dopo decenni di gloriosa e rigorosa attività, iniziata nel 1976. Il trasferimento delle funzioni e degli impianti a Sal (Società acqua lodigiana) ha ridotto notevolmente l’attività dell’ex consorzio con sede a Sant’Angelo. Nei primi mesi del 2011 è stata trasferita la gestione del depuratore di San Colombano alla milanese Amiacque. Oggi il Basso Lambro si limita a gestire alcuni impianti di depurazione del Pavese. Davvero poca cosa rispetto agli anni d’oro di presidenti come Ramaioli, Rugginenti e Danelli, che avevano visto il consorzio crescere e svilupparsi con la costruzione di nuovi depuratori, al servizio di una trentina di soci, suddivisi tra comuni lodigiani, pavesi e milanesi e le province di Lodi, Milano e Pavia. Nonostante oggi il Basso Lambro abbia ridotto enormemente il raggio d’azione, conserva un vero tesoro. Il capitale sociale di 16 milioni 778mila euro è destinato a ridursi a 12 milioni 584mila euro. In particolare due milioni saranno distribuiti ai soci: la Provincia di Lodi riceverà 420mila euro, quella di Milano 120 e quella di Pavia 140. Il Comune di Sant’Angelo, solo per fare un esempio, riceverà 198mila euro, quello di San Colombano 120, quello di Lodi Vecchio 111. E si tratta solo degli importi più elevati. Ma la Provincia di Lodi vuole andare oltre: vuole chiudere al più presto il Basso Lambro e distribuire tutti i 12 milioni restanti ai soci. Da palazzo San Cristoforo fanno notare che si tratta di una società che ormai non ha più gli scopi di quando era nata e che è costosa da mantenere in vita. E non a caso il presidente provinciale Pietro Foroni sottolinea che «in questo momento di difficoltà economica, l’utilizzo dei fondi del Basso Lambro potrebbe dare un minimo di respiro alle casse delle amministrazioni pubbliche». In sede di assemblea, lunedì, è emerso che entro il giugno 2012 la società dovrebbe essere messa in liquidazione. Oltre alla Provincia di Lodi, anche alcuni sindaci (tra cui quello barasino Domenico Crespi) hanno chiesto delucidazioni sulla liquidazione del Basso Lambro. Quest’ultima ha chiuso il 2010 con un utile di 188mila euro. Nel 2009 aveva invece registrato una perdita di esercizio di 1 milione 919mila euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA