Un 26enne brucia il messale in piazza a Casale dopo averlo rubato dal leggio

Carabinieri in campo, il gesto di un giovane della Costa d’Avorio non sarebbe di matrice fondamentalista

Ruba il messale dal leggio della chiesa dei Santi Bartolomeo Apostolo e Martino Vescovo e gli dà fuoco in piazza del Popolo. Timore e sconcerto, ieri mattina, in centro a Casale dove intorno alle 9.30 un 26enne originario della Costa d’Avorio e residente a Piacenza, già noto alle forze dell’ordine, ha tenuto tutti con il fiato sospeso mentre con un accendino bruciava le pagine del testo sacro gridando frasi sconclusionate.

«Ero in casa e non ho visto niente, stavo per andare al ritiro del clero del vicariato di Casale e Codogno ai Cappuccini e quando mi hanno chiamato, l’uomo era già barricato in macchina – spiega il parroco don Pierluigi Leva -. Non era mai successa una cosa del genere, mai». Lo scorso ottobre ignoti avevano fatto sparire una tela dell’Annunciazione compresa nella “teoria dei quindici misteri” della Madonna del Rosario, sottratta da una cappellina laterale della parrocchiale. Tela poi fatta ritrovare in una stradina vicino all’ufficio postale. E sempre a ottobre era stata sfondata la vetrata colorata della porta che da via Garibaldi consente l’accesso in chiesa. Un atto vandalico o forse un danneggiamento involontario, conseguenza di una lite in strada finita contro la vetrata. Episodi comunque gravi che avevano scosso non solo la comunità dei fedeli, ma l’intera cittadinanza. Altro da quanto accaduto ieri. Del caso si sono occupati i carabinieri e stando a quanto emerso, l’incendio al messale sarebbe il gesto di un soggetto mentalmente instabile, senza matrici fondamentaliste.

Al loro arrivo in piazza del Popolo i carabinieri ieri hanno trovato il 26enne a bordo della sua vecchia Fiesta posteggiata davanti al sagrato e proceduto alla perquisizione personale e del veicolo. Il giovane non ha opposto resistenza e ha subito ammesso di aver strappato e dato fuoco ad alcune pagine del messale, per cui è stato denunciato per vilipendio alla religione. Quindi l’ambulanza della Croce casalese lo ha trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Codogno per accertamenti. «I carabinieri mi hanno detto che è un soggetto conosciuto, una persona “disturbata” – riflette don Leva, cercando d’inquadrare il gesto, ma pronto ad adottare provvedimenti -. Nei giorni feriali celebriamo in Sant’Antonio, ma la parrocchiale è sempre aperta perché la gente va a pregare, ad accendere un cero. Adesso dovrò comprare il messale nuovo, che per altro avevamo appena acquistato, e ritireremo dall’altare tutto quello che si può ritirare».

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