Studi sulle cellule, un lodigiano al top

È il numero uno mondiale nel campo della ricerca sulle cellule a scopo terapeutico. Sì, il numero uno, perché Massimo Dominici, lodigiano doc e originario di Secugnago, è il nuovo presidente dell’Itcs, l’International society for cellular therapy. Un nome complicato che indica una struttura ben precisa: si tratta della più importante società internazionale che riunisce gli esperti nell’utilizzo di cellule per curare le malattie. Il ricercatore, classe 1972, insegna all’Università di Modena e Reggio Emilia ed è non solo il più giovane presidente del sodalizio scientifico ma anche il primo non statunitense.

«Sono stato nominato al termine del congresso mondiale che si è tenuto a Seattle nel mese di giugno - racconta Dominici, raggiunto al telefono mentre si gode qualche giorno di vacanza -, è stata una grossa sorpresa e ne sono molto contento. L’incarico durerà due anni, la società ha sede a Vancouver, in Canada, ma può contare su alcune branche regionali, in diversi continenti. È nata da un gruppo di ricercatori e di trasfusionisti americani che hanno iniziato a ragionare su come fosse utile collaborare in ambito scientifico e oggi è la prima società al mondo in questo particolare ambito: stabilisce standard di sicurezza sull’infusione delle cellule, oltre alla sicurezza degli impianti, a cui si aggiunge la ricerca di base. Io, in laboratorio, mi occupo prevalentemente dei modelli cellulari per la rigenerazione dei tessuti».

Il prof Dominici oggi vive a Modena con la famiglia, ma i suoi genitori e il fratello abitano in provincia di Lodi, proprio per questo motivo il legame con il territorio è ancora molto forte. Ha studiato al liceo Gandini, ha frequentato l’Università di Pavia e dopo aver conseguito laurea e specializzazione è approdato nel 2004 a Modena. Grazie all’incarico ottenuto alla guida dell’Icts potrà promuovere una serie di seminari in Argentina, Brasile, Cina per «portare il concetto di queste terapie in altri paesi».

In realtà, la nomina ai vertici dell’Itcs non è l’unica bella notizia dell’estate: al gruppo di ricerca guidato dal dottor Dominici è stato consegnato un premio dalla Fondazione Berlucchi, un finanziamento di 100mila euro per portare avanti un progetto sulla rigenerazione ossea nei pazienti oncologici, che ha coinvolto alcune prestigiose cliniche dell’Azienda ospedaliera di Modena.

«In laboratorio stiamo tentando di sviluppare nuove terapie per i pazienti con tumori - spiega il ricercatore -, sia per la cura del tumore in sè sia per la cura delle complicanze, tra cui le lesioni dell’osso. Queste lesioni posso essere paragonate a ciò che è l’infarto per il cuore, solo che avviene nell’osso. L’obiettivo è cercare di utilizzare le cellule staminali per curare queste lesioni - aggiunge poi lo scienziato -, un discorso che riguarda soprattutto i bambini che guariscono dalla leucemia: spesso si ritrovano a 23 anni con una protesi all’anca, una condizione molto invalidante».

Nei prossimi anni, il lavoro del prof Dominici e del suo staff punterà a creare una terapia per rigenerare le ossa danneggiate delle persone colpite dal cancro.

Greta Boni

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