Sabato l’ultimo abbraccio a Lorenzo

Ieri è arrivata la salma del 22enne stroncato da un malore

Ieri il feretro di Lorenzo Mola ha fatto ritorno a casa. Intorno alle 19.30 la salma del giovane che la notte di Ferragosto è stato ucciso da un infarto mentre stava ballando con gli amici nella discoteca «Il Muretto» di Jesolo, è stata riconsegnata ai suoi cari e alla sua terra, Bertonico, il paese dove è nato e ha sempre vissuto. La madre e la sorella ne hanno accompagnato il viaggio da Jesolo fino a casa, al padre Marco è toccato invece il compito di riportare indietro l’auto con cui il 22enne e il gruppo di amici avevano raggiunto la località marina. Mercoledì si era svolta l’autopsia, ieri il magistrato veneto che si sta occupando del caso ha autorizzato il trasporto della salma e il rilascio del mezzo. Per conoscere i risultati dell’esame eseguito dall’anatomopatologo occorrerà attendere invece sessanta giorni. Restano infatti ancora da chiarire le ragioni che hanno portato alla morte del giovane ciclista, dallo scorso novembre costretto a sospendere l’attività agonistica per via di un problema al cuore riscontrato durante le visite sportive. Il cardiologo che lo aveva preso in cura era stato categorico nel dettare lo stop dagli allenamenti e così pure dalle gare, «fino a che i parametri non fossero tornati a posto» aveva detto. Nel frattempo Lorenzo aveva iniziato una cura farmacologica ed era tenuto sotto stretto controllo. Cosa abbia scatenato l’improvviso malore, alle 5.30 di martedì 16 agosto, è perciò un rompicapo che non dà pace ai genitori né agli amici, gli stessi che hanno visto Lorenzo ballare e ridere fino a un attimo prima che si accasciasse a terra, in pista, mentre era al fianco di una ragazza. Nei giorni scorsi in via Garibaldi dove Lorenzo abitava è stato un via vai continuo di parenti, compagni di uscite e di squadra, ma anche semplici conoscenti che hanno voluto testimoniare la loro vicinanza alla famiglia in questo momento difficile. E così ieri dopo che si è allestita la camera ardente. I funerali si svolgeranno sabato alle 16.30 a Bertonico, a presiederli il parroco don Luca Anelli e Mons. Giuseppe Cremascoli.

Il dolore degli amiciAvrebbero voluto vederlo un’ultima volta, posare una maglietta con autografate le loro firme dentro la bara prima che venisse chiusa per sempre.

È un fiume d’affetto quello che la morte indicibile del 22enne di Bertonico Lorenzo Mola sta facendo affiorare: gli amici che erano con lui a Jesolo la notte della trasferta fuori porta per il Ferragosto, quella in cui il giovane è stato colpito da un arresto cardiaco fatale, avevano già deciso di ripercorrere i trecento chilometri dalla Bassa alla Laguna veneta per essere lì prima dell’autopsia.

La rabbia che senti esplodere sottopelle e non riesci a stare fermo, non puoi, non ce la fai a guardare l’ingranaggio che continua a funzionare senza che tu possa fare niente. Capirci niente.

«Una ragione non ce la faremo mai - ha detto ieri l’amico Massimo Allovisio, 26 anni, del gruppo che con Lorenzo ha trascorso il Ferragosto a Jesolo -, stava bene ed era felicissimo, aveva organizzato lui la serata e si stava divertendo. Mi sono allontanato a prendere da bere e quando sono tornato era già stato portato via».

All’inizio avevano pensato si trattasse di un calo di zuccheri, poi la terribile notizia.

«Niente faceva presagire quello che è successo - continua l’amico - aveva guidato lui da Bertonico fino a Jesolo, poi siamo andati a farci un giro in centro e all’una e mezza siamo entrati in discoteca». L’attacco cardiaco ha sorpreso Lorenzo Mola alle 5.30 del mattino.

«La verità è che non ce ne siamo ancora resi conto» ha sintetizzato Massimo. Sono un tumulto le emozioni che stanno vivendo gli amici: «Li ho convinti a lasciar stare - ha detto ieri lo zio di Lorenzo, Italo Mola - in camera mortuaria a Jesolo non li avrebbero più fatti entrare ed era un rischio inutile percorrere quella strada infernale».

Si riferisce alla distanza tremenda per arrivare nella località in Laguna, ma nelle sue parole non è difficile scorgere il rimando doloroso al viaggio che ha portato i ragazzi lontano da casa, dove è successo l’irreparabile.

Una compagnia di paese quella del giovane ciclista, abituata a trascorrere le serate a casa uno dell’altro e i pomeriggi alla Madonnina sull’Adda di Turano, più a loro agio davanti una grigliata che sotto le luci stroboscopiche di una discoteca. Per Lorenzo poi, fino a novembre era stata una vita “da collegio”. Così la definisce zio Italo, perché da ciclista il nipote aveva sempre osservato una disciplina ferrea. Niente vizi e orari delle uscite la sera tarati sempre sugli allenamenti della mattina. Qualcosa che solo chi pratica sport può comprendere. «Se ti ricordi di Lorenzo pensi alla sua allegria - ha detto ieri Massimo Allovisio -, era un amico con la A maiuscola, che ti faceva stare bene».

Con il papà e la mamma, la sorella e i famigliari, gli amici daranno l’ultimo saluto al giovane lodigiano sabato pomeriggio a partire dalle ore 16.30 quando si terrà il suo funerale curato dalla ditta Marni a Bertonico. Oggi invece la salma arriverà a casa per la camera ardente.

Laura Gozzini

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