Ponte crollato, la parola al giudice

I Comuni di Piacenza e S. Rocco chiedono i danni

È stata fissata per il 4 aprile l'udienza preliminare per il crollo del ponte di San Rocco al Porto, avvenuto a mezzogiorno del 30 aprile del 2009: come già anticipato da «il Cittadino», il pm lodigiano Delia Anibaldi chiede di processare 13 tra dirigenti ed ex dirigenti dell’Anas, dopo aver prosciolto altri tre indagati. Davanti al gup Andrea Pirola sono chiamati a comparire Claudio De Lorenzo, 52 anni, capo compartimento Anas per la Lombardia, il suo predecessore Eutimio Mucilli, 50 anni, Pietro Pagliano, 61, commissario dell’Anas per la Lombardia nel 2002, Nerio Chioini, 62, già capo del compartimento di Milano, Maurizio Maurizi, 75 anni, già capo compartimento Anas per la Lombardia nel 2002, Carlo Bartoli, 64 anni, nel 2008 direttore esercizio di Anas Lombardia, e capo compartimento di Milano alla fine degli anni Novanta, Matteo Castiglioni, 42, reggente area tecnica Anas Lombardia, Salvatore La Rosa, 60 anni, Angelo Adamo, 61 anni, già vicedirettore del compartimento Anas della Lombardia, Dario De Cesare, 65 anni, l’unico geometra tra 12 ingegneri indagati, ex caposettore dell’ Anas di Milano, Giacinto Mazzuca, 65, già ispettore centrale, Ennio Paolucci, 74, e Angelo Landolfa, 76 anni, milanese.

Le accuse per tutti sono di crollo colposo di costruzioni, con pena prevista da 3 a 12 anni, e anche di lesioni colpose. Per questo secondo capo d’imputazione la procura indica come parti offese Marco Grandini, 29 anni, di Caselle Landi, che era precipitato con l'auto in acqua e aveva riportato fratture vertebrali, e Antonio Rinaldi, 50 anni, di Piacenza, macchinista delle Ferrovie che dopo l’incidente è dovuto passare a lavorare in ufficio e che aveva ottenuto un parziale risarcimento. Solamente in udienza si formalizzerà la loro decisione di costituirsi parte civile.

Ad aver già deciso di chiedere al tribunale di condannare gli imputati, in caso di condanna, a un risarcimento sono invece i comuni di Piacenza, che si è affidato all'avvocato Elena Vezzulli, e di San Rocco al Porto: «Questa vicenda ha danneggiato anche numerosi operatori commerciali - ricorda il sindaco sanrocchino Giuseppe Ravera -, l’unica nota positiva è che, nonostante il precedente negativo dei tempi lunghissimi per ricostruire il ponte di Bertonico, in questo caso Anas, per la ricostruzione, aveva mantenuto le promesse. Quando riferivo alla gente i termini previsti da Anas, arrivavano risposte beffarde».

Secondo la procura il ponte, per la precisione solo la prima campata sulla golena sul versante lodigiano, era crollato a causa di anni di incuria: erano stati consolidati i piloni, gli stessi ancora in servizio nel ponte nuovo, ma aveva ceduto una “sella” dell'impalcato metallico. Numerose le perizie depositate nel corso delle indagini, compreso uno studio di Anas, che è considerata parte offesa nei confronti dei suoi dipendenti sotto indagine, che però collega il crollo all'ondata di piena transitata poche ore prima sotto il ponte di San Rocco. Un’altra perizia difensiva attribuisce invece il cedimento a un difetto “occulto” dell'acciaio usato nella ricostruzione dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

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