L’inquinamento alla Nordchem di Guardamiglio: imputati pronti a fare la bonifica

In 5 sono sotto processo e chiedono al giudice di rimuovere le cisterne

Sono pronti a chiudere la vicenda facendosi carico della bonifica i cinque imputati del processo per reati ambientali nell’area Nordchem di Guardamiglio: nell’ultima udienza i loro legali hanno chiesto al tribunale l’autorizzazione ad accedere all’ultima area sequestrata, alcune centinaia di metri quadri sul totale di 12mila del complesso, per smaltire numerose cisternette che contengono rifiuti industriali ma che, assicura l’avvocato Gianluigi Dodici di Piacenza, uno dei difensori, «non costituiscono un pericolo per l’ambiente perché non presentano perdite». L’avvenuta bonifica, di cui sarebbe intenzionata a farsi carico una delle società coinvolte, la Nord Chemical Products, potrebbe costare centinaia di migliaia di euro, anche se dovranno essere analizzati i contenuti dei fusti per preventivare i costi reali. «Di fatto c’è un sequestro giudiziario, per cui la proprietà non percepisce i canoni di locazione dall'azienda che sta continuando a lavorare nell’area, che vengono versati all’amministratore giudiziario ma sui quali la proprietà, a mio avviso del tutto incolpevole riguardo all’abbandono di rifiuti da parte dei suoi affittuari, deve comunque pagare le tasse - spiega l’avvocato Dodici - stiamo parlando di perdite per almeno 60mila euro l’anno».

Con la bonifica gli imputati chiederanno di accedere all’oblazione, che è ritenuta possibile trattandosi di contravvenzioni e non di delitti, e che peraltro estinguerebbe i reati. «Non stiamo parlando di multe da poco - precisa il legale - ma riteniamo che sia la soluzione migliore, anche perché risolverebbe anche il problema dell’inquinamento». Ad aprire l’indagine nel 2017 era stata la Forestale di Lçodi, che aveva ottenuto dalla Procura di Lodi e dal Gip il sequestro di 1.100 metri quadri del comparto Nordchem, documentando la presenza di 1.279 tra fusti e cisternette di residui di lavorazione, assieme ad altri materiali sospetti. La Nordchem era fallita ma l’attività, con una quindicina di addetti, prosegue da parte della Nord Chemical Products. Alcuni dissequestri parziali erano già stati concessi dall’autorità giudiziaria lodigiana ma il deposito di scarti rimane l’aspetto problematico. Nel comparto, si producono additivi per la lavorazione del calcestruzzo, un settore che tra bonus per l’edilizia privata e soprattutto il Pnrr per le opere pubbliche conserva fortunatamente buone potenzialità. Il dissequestro, o meno, potrebbe arrivare nel giro di un mese.

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