«Il nostro Chicco ucciso da un altro cane a Meleti, era la nostra vita e ci faceva compagnia»

Bianco ha assistito al dramma ed è finito in ospedale con varie ferite, la moglie Rita piange in continuazione

Vincenzo quasi non mangia più. E Rita non riesce a smettere di piangere. «Non doveva fare quella morte lì» ripete asciugandosi le lacrime, mentre le si strazia il cuore al pensiero del loro cagnolino Chicco sbranato da un altro cane davanti a casa. Vincenzo Bianco e Rita Marchi hanno 73 e 72 anni, sposati, vivono a Meleti. E il 5 gennaio intorno alle 20.15 la donna era già coricata come suo solito a letto, quando ha sentito del baccano in strada ed è corsa a vedere. Il marito Vincenzo era in un angolo, con le mani insanguinate dopo aver tentato di strappare Chicco dalla bocca del cane dei vicini. Ma inutilmente. Il cagnetto infatti è morto poco dopo. Allertato il 112 sul posto erano poi giunti un’ambulanza, il veterinario dell’Asl e i carabinieri di Orio Litta. Vincenzo, invalido al 100 per 100 e diabetico, era stato subito trasportato all’ospedale di Cremona per le ferite alle mani e le escoriazioni alle ginocchia, riportate cadendo mentre cercava di salvare il suo cane Chicco. Black, l’altro meticcio, era stato invece prelevato dal veterinario e portato a Lodi dov’è rimasto sotto osservazione. Rita, rimasta da sola a casa, quella sera era tornata a letto ma senza chiudere occhio. E a distanza di cinque giorni ancora non si dà pace. Proprio come Vincenzo. Trattenuto in ospedale per la notte, l’indomani l’anziano è stato dimesso con una prognosi di sei giorni. Ma ha ancora una mano molto gonfia. E soprattutto è a pezzi. Rivede la scena, perché lui c’era, ha visto tutto. E manda giù qualcosina a stento, ma ha perso l’appetito. «Per noi Chicco era come un figlio – ripete Rita -. L’abbiamo preso che era un cucciolo di due mesi, in una cascina vicino a Soresina, e viveva in casa con noi come una “persona”». Per Vincenzo poi era un po’ la sua “stampella”. «Io faccio la volontaria all’oratorio, ma mio marito è invalido e non si muove praticamente mai da casa, per cui gli faceva compagnia – prosegue la donna -. Per via dei problemi di mobilità è costretto persino a dormire sul divano al piano di sotto e Chicco s’infilava sotto le coperte insieme a lui». Con il cane accanto, l’anziano si sentiva sicuro. E ora che non c’è più per Vincenzo e la moglie i giorni passano vuoti. Certo, Rita non nasconde che il cagnetto aveva il suo caratterino. «Aveva il vizio di abbaiare, gli dicevo di smetterla, mi guardava e ricominciava – ricorda l’anziana –. Ma andava matto per i bambini e non aveva mai fatto del male a nessuno».

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