GUARDAMIGLIO Il Tribunale condanna l’Inps a risarcire i lavoratori Nilfisk

Il bonus rioccupazione andava versato a tutti i lavoratori in ricollocazione

Il bonus rioccupazione deve essere pagato a tutti i lavoratori che si ricollocano, anche quelli che trovano nuove sistemazioni di tipo precario, a tempo determinato o in somministrazione. Il Tribunale del Lavoro di Lodi ha condannato Inps a pagare circa 33mila euro complessivi a 15 lavoratori della ex Nilfisk di Guardamiglio a titolo di differenza sulle somme parziali versate dall’Istituto come bonus rioccupazione. Si tratta probabilmente della prima sentenza in Italia su questa materia.

Alla Nilfisk di Guardamiglio, dopo una dura vertenza in seguito alla chiusura dello stabilimento per lo spostamento delle produzioni all’estero, nel dicembre 2018 era stato firmato un accordo sindacale che per gli oltre 90 dipendenti prevedeva tra l’altro la cassa integrazione straordinaria, con un percorso di ricollocamento gestito dallo Ial, anche tramite l’applicazione del cosiddetto bonus ri-occupazione. Il bonus consiste nell’erogazione del 50 per cento del salario di cassa a chi accetta un nuovo posto di lavoro, uscendo così dall’ammortizzatore sociale. E i lavoratori ex Nilfisk non sono rimasti sul divano: tantissimi, quasi tutti, a pochi mesi dall’accordo avevano già iniziato a lavorare altrove, ma quasi sempre con contratti part-time o a tempo determinato.

Secondo Inps, dal momento che l’accettazione di un lavoro a tempo determinato sospende l’erogazione della cassa integrazione ma la tiene comunque in vigore, gli unici a poter beneficiare del bonus rioccupazione erano e sono i lavoratori che si ricollocano a tempo indeterminato. Tra i lavoratori ex Nilfisk, una piccolissima platea, motivo per cui in 15, assistiti dalla Fim Cisl e dall’ufficio legale della Cisl Pavia-Lodi, hanno chiesto al tribunale di fare chiarezza. L’applicazione della norma da parte di Inps, questa la loro tesi, non ha premiato chi aveva accettato di ricollocarsi e non pesare più sulle casse pubbliche, contraddicendo apertamente la ratio della norma. E il tribunale del lavoro di Lodi giovedì ha dato totalmente ragione ai lavoratori e alla Cisl.

«È un successo importante in una causa pilota – commenta Giuseppe Rossi, segretario Fim Cisl Lodi -. Ora vedremo se Inps ricorrerà in appello. La logica della norma è incentivare i lavoratori in cassa integrazione a cercarsi un lavoro, per evitare che si accontentino del salario dell’Inps e restino sul divano. L’applicazione fatta da Inps ha stravolto completamente la logica della legge. Il Tribunale ci ha dato ragione, costringendo Inps a pagare le differenze, per alcuni lavoratori poche decine di euro, per altri qualche migliaio. Siamo molto soddisfatti».

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