CODOGNO «In un solo giorno 4 pazienti mandati al pronto soccorso di Piacenza»

Manca il reparto di ortopedia, la denuncia pubblica di Bignamini della Fisi

Pazienti spediti “quotidianamente” dal pronto soccorso di Codogno all’ospedale di Lodi perché a Codogno manca il reparto di ortopedia e manca pure l’ortopedico in pronto soccorso, e che per attutire il disagio si rivolgono ai pronto soccorso di Piacenza e Cremona. Il pronto soccorso pediatrico mai riaperto e i 4 posti del piede diabetico “spariti”. A lanciare l’allarme è il segretario della Fisi Gianfranco Bignamini, dati alla mano: «Mercoledì 4 pazienti sono stati mandati da Codogno a Piacenza perché a Lodi il pronto soccorso era pieno – attacca -, se non succede che dicono di andare al Maggiore e la gente va a Piacenza o a Cremona perché più comoda». La colpa per il sindacalista è della disorganizzazione e di una politica «complice» o nel caso migliore dei casi «assente»: «Togliere il cardiologo notturno è un altro indebolimento del servizio sanitario e non si venga a dire che la presenza notturna di un medico di emergenza/urgenza e di un assistente rianimatore sono la stessa cosa, perché se succede un’emergenza, il medico esce con l’ambulanza e l’ospedale resta scoperto – osserva -. La scelta di togliere il cardiologo arriva dopo quella di togliere l’ortopedico dal pronto soccorso, e dire che mancano medici e che non riescono a trovarli, è una carenza dell’azienda ospedaliera. Il problema è che i medici non vengono a lavorare nella sanità lodigiana e soprattutto all’ospedale di Codogno per una sola ragione, perché non vedono futuro e forse anche capacità organizzativa. La nascita a Codogno di centri medici privati dimostra il fallimento del modello sanitario codognese e lodigiano». Per Bignamini le responsabilità ricadono anche sui politici locali. «Ritengo evidente l’assoluta incompetenza sanitaria di diversi amministratori degli enti locali. Non solo, la Provincia di Lodi esprime due assessori regionali, Pietro Foroni e Guido Guidesi, e due consigliere regionali, Patrizia Baffi e Selene Pravettoni, eppure è ridotta in questo stato. Il fatto che i cittadini in modo forzoso siano dirottati al privato e la fuga stessa in altre strutture ospedaliere fuori provincia, la dice lunga su questo annientamento dell’ospedale di Codogno».

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