CODOGNO Il cantiere in stazione è fermo, resta un deposito di rottami

Residenti esasperati, lo scalo merci è una vera e propria discarica

“In attesa” quanto dura? Se lo domandano i residenti in piazzale Polenghi Lombardo di fronte agli scarti di lavorazione e ai rifiuti ferrosi ammonticchiati a pochi metri dalle loro case: nello scalo merci della stazione ferroviaria di Codogno, tra la staccionata che delimita il parcheggio e i binari, su cui campeggia il cartello “Materiale in attesa di valutazione tecnica”. Ma che è così sono mesi. E nonostante le richieste dei residenti a Ferrovie dello Stato per una barriera verde, nessuno ha mai dato risposta. E aprendo le finestre, non è un bello spettacolo quello che si ha davanti. «

Basterebbe una fila di cipressi per proteggere e mascherare il piazzale e sarebbe anche una barriera contro le polveri e il rumore dei treni e degli annunci della stazione, che si sentono a 200 metri di distanza – lamenta un cittadino che ha preso casa al famigerato “Ecomostro” -. Lo scalo merci è una vera e propria discarica, c’è dentro di tutto: Rae, vernici, plastica, gomma, ferro, cavi, legno, pittura, piastrelle, pc, stampanti, monitor…». Scuotendo la testa, aggiunge: «Senza contare il cavo ad altezza “mani di bambino” appeso alla staccionata, in barba a qualsiasi norma vigente». Come un “serpente”, corre lungo tutta la recinzione. E sarebbe un attimo per chiunque afferrarlo e farsi male. Figurarsi per un bambino. Eppure nessuno sembra poterci fare niente.

Le segnalazioni inviate dai residenti infatti sono rimaste lettera morta, mentre il cantiere in stazione prosegue a rilento. Il maxi progetto di riqualificazione dello scalo ferroviario avrebbe dovuto concludersi addirittura a dicembre 2021. Poi la pandemia ha fatto saltare tutti i piani e oggi l’obiettivo è di farcela per l’autunno, senza la pretesa di vedere l’intero progetto ultimato ma per lo meno nella parte sostanziale. La priorità è lo sfondamento del quinto binario così da accedere alla stazione anche dal retro, senza dover più percorrere la vecchia passerella con i gradini rotti e i ferri in vista. A quel punto il Comune chiuderà l’accesso al manufatto. Ma quando? La velocità in stazione è solo quella dei treni. E “in attesa” può voler dire secoli.

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