A Codogno via libera al reparto di oncologia in ospedale, che però diventa subito area Covid

È arrivato l’accreditamento, ma per ora i letti andranno ai contagiati dal virus

Pronto il nuovo reparto di oncologia dell’ospedale di Codogno. Ma anziché i pazienti oncologici da ieri accoglie i malati Covid. L’accreditamento dei dieci posti di degenza oncologica a Codogno, dopo la chiusura del medesimo reparto a Casalpusterlengo in quanto non più a norma, era atteso da mesi ed è arrivato ieri. I malati di tumore però dovranno ancora attendere. Il Covid infatti ha rialzato la testa e per fa fronte al picco di contagi, che si mescola a quello dell’influenza, l’azienda ospedaliera si è vista costretta a convertire il reparto di oncologia in reparto per i malati Covid. «Alle 13 le persone positive in attesa nei due pronto soccorso erano 12, di cui 8 a Lodi e 4 a Codogno - spiegava ieri il direttore generale dell’Asst di Lodi Salvatore Gioia -. Di questi 12, i pazienti da ricoverare erano 9 perché gli altri 3 sono stati dimessi con obbligo di sorveglianza al domicilio». Alle 14 il nuovo reparto di oncologia a Codogno, ricavato all’interno dell’ex reparto di medicina al secondo piano di fianco all’Area Rosa, è stato così aperto ai pazienti Covid. «Abbiamo finito i lavori in oncologia un mese fa, quindi è stato fatto un sopralluogo per i requisiti strutturali e ci è stato richiesto un miglioramento cui abbiamo ottemperato e oggi (ieri per chi legge ndr) ci è stato comunicato che l’accreditamento per 10 posti letto si è concluso positivamente - osserva Gioia -. La necessità di aumentare i posti per i pazienti Covid, dal momento che tra i due pronto soccorso abbiamo una decina di positivi, ci ha fatto decidere con la direzione sanitaria di far partire il reparto oncologico come Covid, esattamente come abbiamo fatto nell’emergenza con la riabilitazione cardio-respiratoria, fino a quando non sarà passato il picco di Covid e influenza che è atteso nel periodo di Natale. Altrimenti avremmo dovuto bloccare la chirurgia o riconvertire un’altra area». Una soluzione «contingente», assicura Gioia, che sui pericoli di contagio per la vicina Area Rosa dedicata alle puerpere, chiarisce: «Ci sono accessi e percorsi separati».

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