CERVIGNANO Causa di lavoro con i sindacati: pignorati i conti dell’azienda, a rischio gli stipendi di 70 lavoratori

Gravi problemi di liquidità alla Smi che negli ultimi anni si è trovata ad affrontare numerose sfide giudiziarie

Conti correnti pignorati alla Smi di Cervignano d’Adda, stipendi di ottobre a rischio e problemi di liquidità ancora più accentuati. «Conto corrente pignorato per la causa di lavoro persa. È in questo modo che il sindacato tutela i lavoratori?» si sfoga il titolare Marco Fantini.

A settembre era diventata esecutiva la sentenza del giudice del lavoro di Lodi che aveva dato ragione a due ex tirocinanti presso la Smi, azienda attiva dal 1965 per la produzione di contatori per il gas. La vicenda risale a prima del Covid: i due avevano svolto tirocinio alla Smi, ma arrivato il momento di essere assunti furono lasciati a casa, «perché il lavoro era calato» sostiene il titolare. I due però, supportati dalla Filctem Cgil, ritenevano di essere stati impiegati a tutti gli effetti come forza lavoro al pari degli altri dipendenti, e per questo hanno fatto causa di lavoro. E il giudice ha dato loro ragione, condannando l’azienda a pagare, spese legali comprese, 45mila euro.

Una storia vecchia, quella dei dissidi con il sindacato: sono state 14 negli ultimi 5 anni le cause di lavoro, tutte perse dalla Smi, che si è vista costretta a sborsare 250mila euro a vario titolo.

L’ultima, quella dei due tirocinanti-non tirocinanti, però ha uno strascico importante. «Ho proposto ben tre piani di rateizzazione, perché, con il rincaro dei prezzi energetici e il costo delle materie prime, l’azienda ha difficoltà di liquidità, tanto da aver aperto la cassa integrazione per la prima volta nella nostra storia – prosegue Fantini -. Nonostante le proposte, il sindacato pretende il pagamento per intero e già a settembre aveva avviato il pignoramento». Pignoramento ora arrivato. «La settimana scorsa ho cercato di fare un’operazione bancaria, ma non ho potuto perché il conto era stato pignorato – conclude il titolare -. A parte il fatto che dalla banca nemmeno mi avevano avvisato, ora però, per due tirocinanti, mi vedrò costretto a non pagare gli stipendi di ottobre ai 70 lavoratori. Per adesso siamo in cassa integrazione fino a dicembre e in qualche modo andremo avanti, poi non so cosa faremo. A questo punto la tentazione di chiudere è molto forte. Invece di aiutare, per giunta in un momento complesso come questo, il sistema mette i bastoni tra le ruote a chi vuole fare impresa».

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