Antenna per i cellulari a Casalmaiocco: per il Tar deve essere fatta

L’installatore vince il ricorso contro il Comune per il nuovo impianto lungo la provinciale 218

La nuova antenna per la telefonia mobile lungo la strada provinciale 218 che collega Casalmaiocco a Modignano (frazione di Tavazzano) s’ha da fare. Lo ha deciso la seconda sezione del Tar di Milano, accogliendo il ricorso presentato dalla società Inwit Spa, - una consociata di Telecom Italia che lavora anche per Vodafone contro il “diniego definitivo” alla nuova antenna che era stato firmato il 25 ottobre dello scorso anno dal responsabile dell’area tecnica del Comune di Casalmaiocco.

L’azienda aveva presentato una semplice Scia per comunicare l’avvio della costruzione dell’infrastruttura, destinata ad avere una potenza per ogni singola antenna “non superiore a 20 watt” in un terreno agricolo. Era seguito il fermo “no” del Comune, secondo il quale tra l’altro la nuova antenna avrebbe “pregiudicato lo sviluppo residenziale dell’area", cui l’azienda aveva risposto presentando ricorso al Tar, chiedendo anche la sospensiva, impugnando sia l’atto di diniego sia tutte le pratiche connesse, compreso un atto della Camera di commercio. I giudici hanno ritenuto senza dubbi di dover accogliere il ricorso della Inwit perché “costituisce pacifico indirizzo della giurisprudenza amministrativa quello per cui i Comuni non possono introdurre nei loro regolamenti o nei loro atti di pianificazione limitazioni di ordine generale all’installazione di impianti di telefonia e di telecomunicazioni, perché le limitazioni generalizzate si pongono in contrasto con l’interesse pubblico alla diffusione e alla capillarità del servizio”.

I giudici considerano “limite generale alla localizzazione” anche l’imposizione, da parte dei Comuni, di installazioni solo in determinati punti del territorio e ricordano che le installazioni sono comunque possibili, e ritengono che la delibera 40 2021 della giunga casalina, contenente indirizzi per la localizzazione delle antenne, non possa avocare alla giunta i poteri che la legge riserva al dirigente del servizio tenuto a rilasciare le autorizzazioni.

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